Liberati tremila ostaggi, prove di pace in Birmania

Oltre 3 mila prigionieri sono stati rilasciati in Birmania con un’amnistia motivata dalla necessità di dare “stabilità” allo Stato. Ad annunciarlo sono fonti governative vicine al Presidente, Thein Sein, al potere dopo la dissoluzione della giunta militare nel 2011.

La carica istituzionale di Presidente della Repubblica è stata reintrodotta in Myanmar nel 2011, quando l’ex generale delle esercito rassegnò le dimissioni per guidare da politico civile il suo partito, il Partito dell’Unione per la Solidarietà e lo Sviluppo. Il suo predecessore, il generale Than Shwe, era rimasto in carica dal 1992 al 2011: anni in cui la Birmania ha vissuto un completo stato di isolamento rispetto alla regione asiatica. Nei quasi tre anni di governo semi-civile guidato di Sein, invece, le autorità di Naypidaw hanno annunciato una decina di amnistie, che hanno progressivamente svuotato le carceri di prigionieri politici, allentando così la tensione sociale.

Le motivazioni dell’amnistia, secondo le fonti governative, sono date da ragioni umanitarie e di stabilità interna al Paese. Secondo le fonti ufficiali, tra i 3.073 rilasciati non ci sono prigionieri politici: ma alcuni media locali parlano di tre ex responsabili militari. La lista ufficiale delle persone liberate non è stata ancora fatta circolare: secondo l’Associazione per l’assistenza ai prigionieri politici (Aapp), circa 75 detenuti appartenenti a formazioni partitiche illegali si trovano ancora nelle carceri del Myanmar.

La decisione è arrivata a un mese dall’East Asia Summit che si sviolgerà a novembre in Myanmar: sono attesi Barack Obama, i capi di governo degli altri Paesi del Sud-est asiatico e i leader del G20. L’iniziativa sembra il nuovo passo delle istituzioni verso una “normalizzazione” dei rapporti interni ed esterni al Paese: la strategia distensiva era stata inaugurata già a maggio scorso, quando il Paese ospitò per la prima volta un incontro con i leader dell’area asiatica, dopo decenni di assenza dalla scena internazionale.