C’è intesa su Autostrade: Benetton fuori, Conte: “Non si può tergiversare”

All'alba in Consiglio dei ministri una lettera inviata dai Benetton dice: "L'azienda accoglie tutte le richieste del governo"

Infrastrutture

Arriva il passo indietro dei Benetton che apre all’accordo su Autostrade per l’Italia. L’intesa passa dall’ingresso di Cdp con il 51%, che renderà di fattoAutostrade per l’Italia S.p.A (Aspi) una public company. E da una revisione complessiva della concessione, dai risarcimenti alle tariffe. Lo scrive Ansa.

Uscita dei Benetton

Oggi, mercoledì 15 luglio all’alba, il Consiglio dei ministri ha dato mandato a Cassa depositi e prestiti per avviare, entro il 27 luglio, il percorso che dovrebbe portare all’uscita progressiva dei Benetton. Questi, prima scenderanno al 10-12% dell’azionariato, poi con un’ulteriore diluizione in coincidenza con la quotazione in borsa di Aspi. Il mandato per definire gli altri aspetti dell’accordo è stato dato ai ministri Roberto Gualtieri, che ha portato sul tavolo del Cdm la proposta finale dell’azienda, e a Paola De Micheli.

Una lunga nottata

Durante la notte, il premier Giuseppe Conte ha spiegato: “Se gli impegni assunti questa notte non vengono rispettati, sarà revoca”. La lunga notte dell’accordo è iniziata in Cdm con Gualtieri che ha portato una nuova proposta di Aspi. Ma non é passata, e così é iniziata una lunga e durissima negoziazione, che ha spinto l’azienda a inviare al governo quattro diverse lettere nel corso della notte per perfezionare una bozza di intesa. Il Cdm viene aperto intorno alle 23 e sospeso poco dopo. Conte sul dossier Autostrade ha una linea sicura: “O Aspi accetta le condizioni che il governo le ha già sottoposto o ci sarà la revoca. Non si può tergiversare”.

Le richieste

Il premier non è disposto a fare passi indietro sul taglio delle tariffe autostradali, sulla modifica dell’articolo 35 del decreto Milleproroghe che riduce da 23 a 7 miliardi l’indennizzo in caso di revoca, sulla manleva per sollevare lo Stato dalle richieste risarcitorie legate al ponte Morandi e sul diritto di recesso, per il futuro, in caso di gravi inadempienze del concessionario risarcendo solo gli investimenti non ammortizzati. Ma la novità che permette alla trattativa di sbloccarsi riguarda l’azionariato: i Benetton danno la disponibilità allo scorporo di Autostrade rispetto ad Atlantia, al contemporaneo ingresso di Cdp in Aspi e alla successiva quotazione in Borsa.

Il processo

Il processo, che secondo fonti di governo si consumerebbe nel giro di sei mesi o un anno, avverrebbe in due fasi: nella prima Cdp entrerebbe con il 51% e ci sarebbe lo scorporo che porterebbe il peso della famiglia Benetton tra il 10 e il 12%, soglia sotto la quale non si entra in Cda; nella seconda ci sarebbe la quotazione in che dovrebbe portare a una società con un azionariato diffuso alto, fino al 50%, in cui potrebbero entrare nuovi soci, con un’operazione di mercato, abbassando ulteriormente il peso della famiglia Benetton. All’alba in Consiglio dei ministri, dopo un cornetto offerto a tutti i colleghi da Vincenzo Spadafora, si legge l’ultima lettera inviata dall’azienda: “Accoglie tutte le richieste del governo”, dice un ministro. Gli aspetti tecnici del negoziato dovranno essere perfezionati, ma la revoca appare ormai molto lontana.