“E’ bello morire per la fede”: ecco chi era il beato Elia del Soccorso

Beato Elia del Soccorso, Sacerdote agostiniano e martire Yuriria (Messico), 21/09/1882- Cortázar (Messico). 10/03/1928. Matteo Nieves proviene da una modesta famiglia contadina, profondamente religiosa.

Avvenimenti

  • Nel 1916 è ordinato sacerdote agostiniano: in seguito è nominato vice parroco a Cañada de Caracheo, una borgata molto povera.
  • Nel 1926 il governo messicano emana dure disposizioni per impedire qualsiasi manifestazione religiosa che non sia sotto lo stretto controllo dell’autorità civile. In genere la vita religiosa continua come prima, ma sono possibili assurde violenze da parte di chi ha in odio la Chiesa. Padre Elia, più per prudenza che per timore, si nasconde in una grotta tra i monti dalla quale esce per svolgere normalmente la sua attività pastorale.

Morte

Il 9 marzo viene arrestato insieme ai fratelli Sierra, due contadini che cercano di nasconderlo. La mattina dopo i soldati e i prigionieri partono per Cortázar. I fratelli Sierra, dopo essere stati confessati da padre Elia, vengono fucilati; morendo gridano: “Viva Cristo Re!”. Ripreso il cammino, vicino a Cortázar il comandante dice al Santo: «Ora voglio vedere se sai morire come sai dire la Messa»; padre Elia risponde: «E’ bello morire per la fede, è un sacrificio molto gradito al Signore». Gli vengono concessi trenta minuti per prepararsi all’incontro con Dio, finiti i quali avvisa di essere pronto. Quando i soldati sono pronti con fucili spianati, dice loro con decisione di inginocchiarsi, perché desidera benedirli in segno di perdono. Tutti si inginocchiano a eccezione del comandante il quale, mentre grida: «Io non voglio benedizioni, mi basta il fucile», spara al cuore del martire, che ha ancora alzata mano benedicente. Padre Elia prima di cadere al suolo riesce a pronunciare con forza: «Viva Cristo Re!». Viene subito venerato come martire. La terra impregnata dal suo sangue via conservata come preziosa reliquia. E’ beatificato nel 1997.

Tratto dal libro “I santi del giorno ci insegnano a vivere e a morire” di Luigi Luzi