Basilone sui roghi tossici: “Interventi come nella Terra dei fuochi”

Numeri impietosi e in costante aumento quelli legati ai roghi tossici presenti sul territorio di Roma. Una questione particolarmente delicata, sentita in molti quartieri periferici e connessa soprattutto alle condizioni dei campi rom, dai quali provengono per la maggior parte. Un dramma ambientale e sanitario, riscontrabile in modo evidente nelle zone orientali della Capitale (Tor Sapienza su tutte) ma individuabile anche in realtà situate in altre aree della città (Monachina e La Barbuta). Per questo, nel corso della Commissione parlamentare di inchiesta sul degrado delle periferie, il prefetto di Roma Paola Basilone ha convenuto che “le persone che abitano in prossimità dei campi vivono una situazione insostenibile”. Ma non solo. Il capo della Prefettura propone anche una possibile via di fuga: “La mia opinione è che si potrebbero mutuare, con le dovute differenze, alcuni interventi fatti nella Terra dei fuochi”.

Collaborazione necessaria

Una soluzione applicabile, secondo il prefetto, con “una mappatura dei rifiuti”, con “l’andarne a verificarne l’entità e fare un grosso investimento sulle bonifiche. Poi porre in essere tutti i sistemi di vigilanza per impedire che questo possa accadere”. Un obiettivo che passa inevitabilmente dalla disponibilità immediata e dalla collaborazione totale da parte del Comune di Roma: “Noi sicuramente faremo un Comitato metropolitano – ha detto -. Ho chiesto al sindaco di Roma, Virginia Raggi,di darmi una data di convocazione ma evidentemente lei ha delle agende molto più complicate delle mie”. Parlando dei campi rom, invece, nei pressi dei quali si sviluppa la maggior parte dei roghi, Basilone ha affermato che per bonificare le quattro aree di maggiore crisi (Via Salviati, Salone, La Barbuta e Torre Spaccata), “ci vorrebbe un grosso impegno finanziario” e, più nell’immediato, la predisposizione di un sistema di vigilanza h 24.

Roghi, soluzione esercito?

A questo proposito, il prefetto ha spiegato di essersi confrontato con la sindaca Raggi, la quale avrebbe risposto “di avere poche pattuglie di vigili urbani, solo 5, per il controllo dei campi rom”. Un controllo ovviamente limitato, consequenzialmente poco efficace sulla problematica maggiore, quella dei mezzi in entrata nei campi anche perché “loro possono fare controlli amministrativi su quanto c’è dentro i mezzi, mentre le Forze dell’ordine no senza l’autorizzazione della magistratura”. Sarebbe possibile, dunque, un intervento dell’esercito? Il prefetto Basilone ha invitato alla prudenza, perché “l’Esercito ci garantisce oggi la vigilanza degli obiettivi sensibili che a Roma sono tantissimi, 1900 addetti sono tutti a presidio”. Sul possibile apporto “deciderà il comitato metropolitano, alla luce dei contributi del sindaco, della Regione e delle forze di polizia”.