“InSegni Apprendi a Navigare”: in barca a vela per promuovere l’inclusione

L'iniziativa della Comunità Papa Giovanni XXIII in collaborazione con il Circolo Vela della città di Cesenatico rivolta a bambini e ragazzi sordi o udenti con genitori sordi

InSegni Apprendi a Navigare”. E’ questo il nome dell’iniziativa che ha visto bambini e ragazzi sordi o udenti ma figli di genitori sordi cimentarsi con la sfida del mare. La dimostrazione di come sia possibile coniugare perfettametne l’attività sportiva all’aria aperta con il piacere della socializzazione. L’attività outdoor è stata organizzata dalla Comunità Papa Giovanni XXIII, fondata dal Servo di Dio don Oreste Benzi, in collaborazione con il Circolo Vela della città di Cesenatico (Fc), il Consiglio Regionale Ens Emilia Romagna, la Regione Emilia Romagna e IcaroTV.

InSegni Apprendi

Il progetto InSegni Apprendi nasce nel 2003 a Santiago del Cile in seguito alla ratifica della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persona con disabilità, a cui si ispira e nella quale trova fondamento, in particolare negli art. 1 “proposito”, art. 2 par. 1 “comunicazione”, art. 9 “accessibilità” ed art. 21 “accesso all’informazione”. Il primo passo consiste nella realizzazione di un prodotto multimediale in formato accessibile in lingua dei segni e lingua letto scritta, “Un Mundo sin Barreras”, i cui protagonisti sono gli “Animasoles”, personaggi animati che comunicano in lingua dei segni cilena. Successivamente, il progetto si è sviluppato anche in Italia e nella Repubblica di San Marino.

InSegni Apprendi a Navigare

Quella del 2023 è la terza edizione dell’iniziativa. I 10 bambini e ragazzi hanno potuto realizzare questa esperienza in barca a vela grazie alle indicazioni del direttore sportivo Giuseppe Dimita, tradotte direttamente sul campo nella Lingua dei Segni Italiana. Alternandosi al timone, hanno navigato nello specchio d’acqua davanti Cesenatico per circa due ore.

L’intervista a Patricio Castillo

“InSegni Apprendi è un’esperienza di condivisione diretta e ricade all’interno di un ambito che nella nostra comunità è chiamato Pastorale per i sordi e per le loro famiglie: si organizzano pellegrinaggi, uscite, messe tradotte in lingua dei segni e per i bambini abbiamo pensato a questo tipo di attività. Con un mio amico, istruttore di barca a vela, abbiamo condiviso il sogno di questo progetto che è andato in porto”, spiega a Interris.it Patricio Castillo, membro della Comunità Papa Giovanni XXIII, educatore professionale inteprete Lis. “L’idea è quelli di far uscire i ragazzi dalla loro zona confort, fare in modo che si divertano a contatto con la natura ed insegnare loro a fare lavoro di squadra. Questa idea ha acquisito più forza e significato dopo l’esperienza del Covid: abbiamo sperimentato la chiusura forzata e sappiamo quali problemi abbia causato l’uso prolungato di dispositivi tecnologici”.

La formazione a terra e la pratica in mare

Patricio spiega come i ragazzi abbiano seguito un mini corso di formazione a terra per imparare alcuni termini specifici e a fare dei nodi. Successivamente l’uscita in mare a bordo delle “derive” ossia piccole barche, normalmente sotto i 5-6 metri, senza cabina, destinate ad un uso sportivo o a brevi escursioni. “La particolarità di questa attività sta nel fatto che include persone sorde che, quindi per comunicare utilizzano la lingua dei segni – aggiunge Patricio -. Questa non è una limitazione, la Lingua Italiana dei segni funziona bene anche a distanza”.

L’importanza dell’inclusione

“I bambini e i ragazzi hanno accolto questa iniziativa molto positivamente, si è creato un bel clima, sono molto partecipativi, sia in acqua sia fuori quando si fa una sorta di briefing”, ha aggiunto sottolineando che molto spesso esiste una sorta di “discriminazione” in alcuni contesti. “Non sono i bambini sordi a non essere adatti a un determinato sport non possono sentire, ma sviluppano molte altre capacità – afferma Patricio -. Direi che è il contesto generale che, ancora oggi purtroppo, non è pronto ad accogliere alcune persone che nascono con disabilità e quindi vengono escluse. La nostra società deve continuare a cambiare e progressivamente acquisire una forma di vivere e di pensare perché ogni persona è una risorsa“. L’iniziativa InSegni Apprendi a Navigare dimostra proprio questo: l’inclusione di tutti è possibile, basta solo volerlo.