Eletto il nuovo presidente della Consulta: è Augusto Barbera

L'85enne professore Augusto Barbera è il nuovo presidente della Corte costituzionale, rimarrà in carica per un anno

La costituzione. © Quirinale

Augusto Barbera – Professore emerito di diritto costituzionale all’Università di Bologna – è il nuovo presidente della Corte costituzionale. Nato ad Aidone (Enna), 85 anni, guiderà la Consulta per un anno. E’ stato eletto all’unanimità con una sola scheda bianca, probabilmente la sua. Franco Modugno, Giulio Prosperetti e Giovanni Amoroso sono i nuovi vicepresidenti.

Augusto Barbera è il nuovo presidente della Consulta

Augusto Barbera è il nuovo presidente della Corte costituzionale. Professore emerito di diritto costituzionale all’Università di Bologna, Barbera era dal mese scorso il presidente facente funzioni della Corte. Ha 85 anni, è nato ad Aidone (Enna) e guiderà la Consulta per un anno. Eletto dal Parlamento giudice costituzionale nel 2015 su indicazione del Pd, Barbera è stato parlamentare fra il 1976 e il 1994, prima con il Pci e poi con il Pds. Nominato ministro per i Rapporti con il Parlamento nel governo Ciampi, si dimise con altri tre esponenti della sinistra 24 ore dopo il giuramento per il no della Camera all’autorizzazione a procedere per Bettino Craxi. E’ sposato e ha due figli. E’ stato eletto presidente della Consulta all’unanimità con una sola scheda bianca, probabilmente la sua. Franco Modugno, Giulio Prosperetti e Giovanni Amoroso sono i nuovi vicepresidenti della Corte costituzionale. A indicarli è stato il nuovo presidente Augusto Barbera.

Augusto Barbera: una vita tra politica e accademia

Giurista di fama, autore prolifico di volumi e saggi sul diritto costituzionale e politico. E’ stato ed è tutto questo Augusto Barbera il nuovo presidente della Corte Costituzionale. Approdato alla Corte nel 2015, eletto dal Parlamento su indicazione del Pd, ne è stato vicepresidente e sino ad oggi presidente reggente, da quando a novembre è scaduto il mandato di 9 anni di Silvana Sciarra,a cui ora succede a pieno titolo. Nato ad Aidone ,in provincia di Enna , classe 1938, sposato, con due figli, è professore emerito di Diritto costituzionale presso l’Università di Bologna, dove è stato professore ordinario fino al 2010.

Laureatosi nel novembre del 1960, si è formato nell’Università di Catania dove, nel 1968, ha conseguito la libera docenza in diritto costituzionale. Nell’ambito dell’attività accademica, è stato professore ordinario di Diritto costituzionale nelle Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Bologna (dal 1994 al 2010) e dell’Università di Ferrara (dal 1970 al 1977). Ha insegnato Istituzioni di Diritto pubblico nella Facoltà di Scienze politiche dell’Università di Bologna (1977-1994) e Diritto costituzionale italiano e comparato nella Facoltà di Scienze politiche dell’Università di Catania (1969-1970). Ha pubblicato 22 volumi e circa 400 tra saggi, note a sentenza, relazioni o interventi a convegni.

È stato Direttore, dal 1999 al 2015, di “Quaderni costituzionali. Rivista italiana di diritto costituzionale”, edita da Il Mulino.È componente del comitato di direzione e del comitato scientifico di diverse riviste, fra cui “Rassegna parlamentare”, “Studi parlamentari e di politica costituzionale”, “Le istituzioni del federalismo”, “Nuova informazione bibliografica”, “Autonomie locali e servizi sociali”. Inoltre, co-dirige, insieme al Professore Andrea Morrone, gli “Annali di diritto costituzionale”.

Gli anni in politica

Altra sua grande passione la politica. Dal 1980 al 1982 consigliere regionale in Emilia Romagna, poi è stato deputato eletto nelle liste del Pci e del Pds, per cinque legislature, fra il 1976 e il 1994. Nell’aprile 1993 venne nominato ministro per i Rapporti con il Parlamento nel governo di Carlo Azeglio Ciampi. Si dimise però, a 24 ore dal giuramento insieme agli altri tre ministri della sinistra di quell’esecutivo in polemica per la mancata concessione, da parte del Parlamento, dell’autorizzazione a procedere nei confronti di Bettino Craxi. È stato anche fra i promotori dei referendum elettorali del 1991, del 1993 e del 1999.

Fonte: Ansa