Santa Barbara e la sua vita avvolta nella leggenda

Santa Barbara, vergine e martire, nasce a Nicodemia (Turchia) nel 273 e muore a Nicodemia nel 306. La sua vita è totalmente avvolta nella leggenda, anche se il suo culto è molto antico. Barbara, giovane di straordinaria bellezza, ha molte richieste di matrimonio: lei rifiuta perché, frequentando dei cristiani, desidera consacrarsi al Signore. Viene rinchiusa dal padre Dioscuro in una torre, affinché sia tenuta lontana dai fedeli.

Quando il padre, fanatico anticristiano, si rende conto che in nessun modo può riuscire a farla allontanare dalla fede in Cristo, la denuncia al governatore, che prima la fa fustigare, poi colpire con una clava e infine le fa amputare i seni.

Quando viene deciso di trascinare la fanciulla così mutilata per le vie della città, un angelo ne avvolge il corpo sanguinante con un velo bianco o, secondo un’altra leggenda, il Signore fa scendere una fitta nebbia per impedire a chiunque di vederla.

Visto che non si riesce a ucciderla con questi martiri, si decide di decapitarla; di tale atto è autore proprio il padre. Appena la testa di Barbara cade in terra, un fulmine seguito da un forte boato, incenerisce il perfido padre; per questo è considerata la protettrice degli artiglieri, dei vigili del fuoco e dei minatori. I depositi di munizioni vengono chiamati “santabarbara”.

Le sue reliquie, intorno al 1000, da Costantinopoli arrivano a Venezia; sono poi traslate all’isola di Torcello nella laguna veneta. Barbara è venerata nel gruppo dei 14 santi ausiliatori. 

Tratto dal libro “I santi del giorno ci insegnano a vivere e a morire” di Luigi Luzi