INDIA, RADICALI INDÙ CHIEDONO DI BANDIRE LE SCUOLE CATTOLICHE DALL’INDIA

Allarmante proposta anti minoranze religiose in India. L’organizzazione della destra radicale Hindu Janajagruti Samiti, riunitasi durante l’All India Hindu Convention che si è svolto dall’11 al 17 giugno scorsi al villaggio Ramnathi a Goa, ha proposto di bandire le scuole cattoliche dal Paese. La motivazione addotta riguarda l’organizzazione degli istituti cattolici i quali, secondo le accuse dei radicali, non permetterebbero agli studenti indù di seguire le loro tradizioni religiose. “Una domanda a dir poco assurda” commenta mons. Theodore Mascarenhas, vescovo ausiliare di Ranchi ed ex membro del Pontificio consiglio per la cultura. “Chi frequenta le nostre scuole – ricorda – lo fa per sua libera scelta, per via dell’educazione eccellente che si riceve in questi istituti”. “La maggior parte degli indù – conclude il vescovo– non è d’accordo con queste forze radicali. Tali elementi estremisti vogliono distruggere il Paese. Stanno giocando con il tessuto laico della nostra grande nazione”.

Durante la conferenza – organizzata “per fondare l’Hindu Rashtra (“nazione indù”) – l’Hjs ha rilasciato anche una “risoluzione ufficiale” nella quale si afferma che “gli studenti indù che studiano nelle scuole cattoliche hanno il divieto di seguire i loro costumi, come mettere il mehndi [henné] o dipingersi il bindi. Tutto questo va fermato. È una totale discriminazione”. Nella stessa occasione, il gruppo radicale ha anche chiesto di vietare la macellazione della carne di vacca in tutto il Paese.

Sajan George, presidente del Global Council of Indian Christians (Gcic), condanna quelli che lui chiama “tentativi deliberati della brigata hindutva di svilire e screditare le istituzioni educative cristiane. Il governo cerca di ‘zafferanizzare’ l’educazione per diffondere e inculcare la sua agenda nazionalista nelle menti dei giovani studenti”. “È interessante – sottolinea poi il leader cristiano – che le scuole cattoliche sono le più ricercate anche dai parenti degli stessi radicali indù. Non è nulla di nuovo, considerata l’attuale mentalità politica, visto che le nostre istituzioni impartiscono un’educazione laica, progressista e scientifica, oltre a un sistema di valore. La ‘brigata indù’ – conclude – sta facendo un grande disservizio al futuro sviluppo del Paese”.