L’Italia del 2032: opere pubbliche ma non solo

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La presentazione dell’Italia nel 2032 fatta a Roma dal Ministro dei Lavori Pubblici Matteo Salvini interessa molto al Paese perché l’Italia del SI (nata a Torino il 10.11.2018 quando la nostra grande piazza SITAV disse basta ai No a tutto che avevano bloccato il Paese) può davvero ridare il secondo Rinascimento del secondo dopoguerra dopo il Boom Economico degli anni 50-60.

Il primo Rinascimento del dopoguerra si realizzò con il rifacimento della rete ferroviaria bombardata in più posti, con la costruzione delle autostrade che favorirono il boom industriale dell’auto, con il Piano Casa di Fanfani, con il fisco gentile di Vanoni.

Ovviamente per un Secondo Rinascimento ci vuole di più dell’elenco di opere e lavori in gran parte finanziati dal PNRR ma esso ci sarà se le opere saranno legate insieme da una politica della logistica e dell’ambiente che da un lato ne ottengano tutte le ricadute economiche possibili e dall’altro si sviluppi una politica ambientalistica e del territorio che segnino appunto il Rinascimento di un miglioramento complessivo del vivere in salute.

Gli interventi nei porti e la costruzione dei tratti italiani dei Corridoi europei, dalla TAV al Terzo Valico e al Brennero, trasformeranno la Pianura Padana nella più grande area logistica del Sud Europa in grado di attrarre traffici commerciali tra i Paesi europei, Medio Oriente e Africa. Un’area logistica siffatta potrà attrarre, come si sta già vedendo nei porti di Genova e Trieste, gli investimenti dei maggiori operatori dello shipping mondiale. Tutto questo porterà ad una crescita strutturale del PIL, la cosa più importante per ridurre il peso del nostro Debito pubblico.

Gli investimenti nel Sud attorno ai porti e nella linea ferroviaria ad A.V. porteranno lavoro e renderanno più competitivo ed attrattivo il nostro bellissimo Sud.

Ecco perché a fianco degli investimenti da realizzare bene e con grande rispetto dei tempi occorre rendere operative la ZES meridionale e le Zone logistiche semplificate al Nord. Così come occorre rendere strutturali nel Bilancio dello Stato gli incentivi del Ferrobonus e del Marebonus per togliere il più possibile il traffico pesante dalla strada e per diminuire l’inquinamento prodotto dai trasporti. Così come abbiamo bisogno di un grande Piano di rottamazione dei veicoli privati così da rendere il traffico meno inquinante e più sicuro e nel contempo dare fiato alla nostra industria dell’auto raddoppiandone almeno la produzione negli stabilimenti del nostro Paese.

Nello stesso tempo occorre un grande salto di qualità nella politica della Scuola per individuare percorsi per gli operatori logistici e per i nuovi sviluppi tecnologici uno dei motivi della fuga all’estero dei nostri neolaureati. Un vasto programma insomma che presuppone una lunga stabilità e qualità di governo.