Musumeci (Regione Sicilia): “Vile attacco alla Chiesa di Corleone”

Il caso Corleone: la Chiesa siciliana non cede alla protervia mafiosa

Sdegno e condanna per il vile atto incendiario ai danni della chiesa di Sant’Agostino a Corleone nel giorno della festa patronale”, afferma il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci. Il governatore siciliano ha voluto chiamare al telefono il sindaco del centro palermitano, Nicolò Nicolosi, e l’arcivescovo dell’arcidiocesi di Monreale, monsignor Michele Pennisi. “A qualcuno forse starà dando fastidio l’intesa con la quale le istituzioni civili e quelle religiose lavorano da anni. Per restituire serenità alla comunità corleonese- evidenzia Musumeci-. Sono sicuro che l’atto sacrilego non impedirà il percorso virtuoso avviato“.

La Chiesa non cede alle minacce

Una pila di sacchi di iuta e cartoni incendiati con liquido infiammabile davanti alla porta d’ingresso della chiesa di Sant’Agostino a Corleone. E’ cominciata così la festa del santo patrono San Leoluca nel comune del palermitano tristemente noto per essere stata la roccaforte della mafia di Totò Riina dagli anni ’80. Un attentato incendiario che ha gravemente danneggiato il portone e la facciata della chiesa del quattordicesimo secolo. E che, subito, ha fatto pensare alla matrice mafiosa per come è stato confezionato.  Secondo la ricostruzione degli inquirenti l’incendio è stato appiccato poco prima delle 5. E gli attentatori sarebbero più d’uno. 

Reazione morale

“Un gesto vile che tutta la comunità cattolica di Corleone ha condannato senza esitazioni– commenta monsignor Michele Pennisi, arcivescovo di Monreale-. Corleone ha una ricca tradizione religiosa e culturale. E i parroci di questo comune sono fortemente impegnati a indirizzare le nuove generazioni verso la strada della reazione morale alla mafia”. L’intervento dei vigili del fuoco ha scongiurato che le fiamme si propagassero all’interno della chiesa. “Non si conoscono le ragioni di un gesto insensato come quello subito dalla nostra chiesa- sostiene il parroco, don Luca Leone- Ho ripetuto agli inquirenti che non c’è stata alcuna avvisaglia di un attentato del genere. Nessuna minaccia, nessun avvertimento. Certo la nostra battaglia contro la cultura mafiosa è ampiamente conosciuta”.Chiesa

Un solo obiettivo

Un processo di trasformazione della cittadina in provincia di Palermo che ha un solo obiettivo: “Cancellare il luogo comune che Corleone è uguale a mafia– sottolinea l’arcivescovo Pennisi-. Lo Stato ha sconfitto a Corleone la mafia militare. La Chiesa sta combattendo per sradicare la cultura mafiosa, puntando soprattutto nei giovani”.