Maggio (CBM Italia): “L’arte della cucina per raccontare la disabilità visiva”

L'intervista di Interris.it a Massimo Maggio, direttore di CBM Italia Onlus, in occasione della campagna di raccolta fondi "Fuori dall'Ombra"

© CBM Italia Onlus

Nel mondo oltre un miliardo di persone ha una disabilità, di queste l’80% vive nei Paesi del Sud del mondo. In particolare, in questi paesi, le forme di disabilità visiva, nel 90% dei casi, potrebbero essere prevenute o guarite attraverso cure adeguate.

L’impegno di CBM Italia Onlus

CBM Italia Onlus è un’organizzazione umanitaria impegnata nella prevenzione e cura della cecità e della disabilità evitabile e nell’inclusione delle persone con fragilità nei Paesi in via di sviluppo e in Italia. L’impegno di CBM Italia è in linea con la strategia 2030 In Sight di IAPB (Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità) con tre finalità: tutti dovrebbero avere l’opportunità di fare un esame della vista, ricevere cure oculistiche a prezzi accessibili, avere gli occhiali quando ne hanno bisogno. Nell’ultimo anno (2021) ha realizzato trenta progetti in tredici Paesi di Africa, Asia e America Latina, raggiungendo 1,3 milioni di beneficiari; in Italia ha realizzato dieci progetti.

La campagna “Fuori dall’ombra”

L’aiuto alle persone con disabilità visiva nei paesi del sud del mondo ha portato CBM Italia a varare la campagna “Fuori dall’ombra” che è sfociato nello speciale evento “Chefs united for sight”, la quale ha visto la Onlus incontrare cinque chef per dar vita ad una iniziativa di inclusione attraverso la cucina. Interris.it, in merito a questo evento, ha intervistato il direttore di CBM Italia, Massimo Maggio.

L’intervista

Come nasce e che obiettivi ha avuto l’iniziativa di CBM Italia “Chefs united for sight”?

“È un’iniziativa che si è inserita all’interno di altre che servono per sensibilizzare e raccogliere fondi attorno al tema della disabilità visiva che colpisce molte persone, soprattutto nei paesi del sud del mondo. Si pensi che, nell’80% dei casi, la disabilità visiva colpisce le persone in tali paesi. In particolare, nel 90% delle volte, tale disabilità, può essere prevenuta e curata. In questo senso, attraverso l’iniziativa ‘Chefs united for sight’, abbiamo voluto contribuire alla campagna che abbiamo lanciato in occasione della Giornata Mondiale della Vista, con l’obiettivo di salvare dalla cecità un milione di persone in nove paesi del sud del mondo portandoli, come dice il titolo della campagna stessa ‘fuori dall’ombra’. Ciò perché, spesso, tutte queste persone, sono invisibili, sia perché non ci vedono ma anche perché non sono riconosciute e non possono raggiungere i centri per il recupero della vista. Non riescono ad andarci per molti motivi perché, ad esempio, dopo il Covid-19, gli effetti delle guerre, le siccità, i cambiamenti climatici e le crisi economiche, non hanno quei pochi centesimi che permetterebbero loro di andare dal villaggio all’ospedale.”

In che modo, grazie all’iniziativa “Chefs united for sight”, siete riusciti a coniugare cucina e inclusione delle persone con disabilità visiva?

“La cifra che ci caratterizza è il desiderio di raccontare, anche attraverso ciò che è bello, anche quello che non lo è. Noi raccontiamo, ad esempio, attraverso l’arte, in questo caso la cucina degli chef Cesare Battisti, Cristina Bowerman, Alessandro Gilmozzi, Gennaro Esposito, Viviana Varese che rappresenta un tipo di arte, la disabilità visiva. Facciamo questo in molti altri modi, ad esempio con il concerto al buio oppure mediante una collana libraria che racconta la disabilità visiva.”

In che modo, chi lo desidera, può aiutare la raccolta fondi “Fuori dall’Ombra”? Quali sono i vostri auspici per il futuro?

“Chi lo desidera può aderire alla campagna attraverso la sottoscrizione di una quota, rivolgendosi all’indirizzo di posta elettronica eventi@cbmitalia.org. Inoltre, chi vuole contribuire a salvare dalla cecità un milione di persone attraverso la campagna ‘Fuori dall’Ombra’ può andare sul nostro sito dove sono descritte tutte le modalità per farlo.”