Amnesty India: “Violenze e discriminazioni contro le minoranze ancora troppo diffusi”

“La discriminazione e la violenza nei confronti dei dalit in India restano diffusi. I gruppi di protezione per la carne vaccina continuano a molestare e attaccare le persone, soprattutto i musulmani e i Dalit. Leggi restrittive sono state usate per perseguitare le persone che hanno legittimamente esercitato il loro diritto alla libertà di espressione. La promessa del governo di garantire sviluppo di tutti è stata un fallimento. L’esecutivo non è nemmeno in grado di garantire sicurezza ai gruppi vulnerabili come dalit e adivasi, che vivono nella paura. La diffusione di odio e violenza contro le minoranze è qualcosa che il partito di Modi, il Bharatiya Janata Party, tollera, garantendo impunità”.

Tre anni di governo Modi in “rosso”

E’ questa la triste analisi rilascia a Fides da Aakar Patel, responsabile di “Amnesty International – India”, commentando i primi tre anni di governo della National Democratic Alliance, la coalizione che sostiene il Primo Ministro Narendra Modi.

Patel prosegue. “La legge anti-sedizione è stata usata per arrestare diversi attivisti. Nell’agosto 2016, la polizia del Karnataka ha avviato un caso di sedizione contro i rappresentanti di Amnesty International India per presunto incontro ‘anti-nazionale’ sulle violazioni dei diritti umani in Jammu e Kashmir”.

La campagna “Non tradire le tue promesse”

Alcune organizzazioni della società civile indiana hanno fatto una analisi congiunta per valutare i progressi compiuti dall’amministrazione Modi in settori come bilancio, giustizia climatica, spazio della società civile, educazione, ambiente, cibo e nutrizione, funzionamento del Parlamento, governo, salute, povertà urbana, diritti umani, lavoro e occupazione, sicurezza e giustizia.

E’ nata così una campagna nazionale, titolata “Wada Na Todo Abhiyan” (“Non tradire le tue promesse”) dedicata alla “buona governance” con l’obiettivo di responsabilizzare il governo perché mantenga la promessa di porre fine alla povertà, all’esclusione sociale e alla discriminazione.

Un lavoro non facile, poiché il Partito Bjp è salito al potere grazie ai voti e all’appoggio di organizzazioni nazionaliste ed estremiste indù. “Queste organizzazioni seminano odio e fanatismo tra le masse contro le minoranze, cioè i musulmani e i cristiani. È ormai chiaro che la violenza anti-minoranze è un segno distintivo del governo BJP: infatti l’ideologia dell’hindutva è apprezzata dai suoi sostenitori”, spiega S.P. Udyakumar, scrittore e intellettuale indiano.

Aumenta l’intolleranza

“L’India ha affrontato uno scrupoloso esame da parte del Consiglio Onu dei diritti umani”, ricorda John Dayal attivista cattolico per i diritti umani, membro del “National Integration Council” di Delhi.

“L’iper-nazionalismo, l’intolleranza per il dissenso e l’apatia nei confronti degli emarginati e delle minoranze – conclude Trinanjan Radhakrishnan, rappresentante del Commonwealth Human Rights Initiative di New Delhi – sembrano in crescite allargata sotto il governo della Nda”.