Allarme per epidemia di virus Nipah

E' allarme in India, soprattutto nello stato meridionale di Kerala, dove nove persone sono decedute, e circa un centinaio sono state messe in quarantena, a causa del virus Nipah. La notizia è stata riportata dalla Bbc che ha citato il segretario alla salute del Kerala, Rajeev Sadanandan. L'ultimo decesso che si è verificato oggi, come segnalato dell'emittente Ndtv, è stato quello di Lini, un'infermiera di 31 anni dell'ospedale Perambra Taluk di Kozhikode che era in servizio nel reparto dove nei giorni scorsi è deceduto un paziente affetto dallo stesso virus. 

Aiuti per scongiurare l'epidemia

Il ministro della Sanità del Kerala, K.K. Shylaja, ha comunicato che è stato chiesto l'intervento del governo centrale indiano per scongiurare quella che si configura come una possibile epidemia. Nel frattempo, il segretario alla Salute Sadanandan ha affermato che “campioni di sangue e di liquidi corporei di tutti i casi sospetti” sono stati inviati al National Institute of Virology di Pune. Fino ad ora, è stato confermato che tre persone sono decedute per il virus Nipah. “Ora ci stiamo concentrando sulle precauzioni per prevenire la diffusione della malattia, poiché il trattamento è limitato alle cure di supporto“, ha concluso Sadanandan. 

Che cos'è il virus Nipah

L'infezione da virus Nipah è recente, infatti, è stata identificata per la prima volta nel 1999 in Malaysia e Singapore, durante un focalaio di encefalite e malattie respiratorie tra allevatori di suini e gli stessi animali. Prende il nome dal villaggio malaysiano di Sungai Nipah, particolarmente colpito da casi di encefalite tra gli allevatori di maiali. Secondo l'Organizzazione mondiale della Sanità, il virus Nipah – di cui sarebbero portatori i pipistrelli della frutta – è una delle otto malattie più pericolose del pianeta. Il virus – per il quale non esiste un vaccino ed è letale nel 70 per cento dei casi – può provocare sintomi come febbre, mal di testa, sonnolenza, difficoltà respiratorie, disorientamento e confusione mentale. Entro le 24-48 ore si può cadere in coma.