Inclusione lavorativa e vittime di tratta: i risultati del progetto Net-Works

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Foto di Tim Marshall su Unsplash

Sono stati diffusi a Roma i risultati del Progetto europeo Net-Works presso la sede nazionale dell’INAS CISL partner in Italia insieme al capofila, l’Associazione Papa Giovanni XXIII (APG23). I risultati del progetto sono stati ottimi perché ha finalizzato l’integrazione di 54 beneficiarie, vittime sopravvissute alla tratta in alcuni Paesi dell’Unione Europea (Italia, Lituania, Lettonia, Spagna, Germania e Svezia) l’auspicio ora è che questa integrazione possa poi mantenersi a lungo promuovendo così non solo l’opportunità di lavoro ma anche la possibilità che attraverso le misure di conciliazione tra vita lavorativa e vita privata si mantengano e si condividano i ruoli di genitorialità.

La partecipazione dell’INAS CISL a questo progetto sottolinea l’attenzione che il nostro Istituto promuove nei confronti della persona, nonché delle politiche di genere alla prevenzione e al contrasto della violenza in tutte le sue forme.

Una delle azioni del progetto riguardava la realizzazione di un corso di formazione, su diritti e doveri delle lavoratrici, a partire da ciò che prevede la Costituzione Italiana con focus su donne migranti e madri, anche finalizzato ad identificare misure di conciliazione vita-lavoro, per sviluppare una maggiore condivisione delle responsabilità.

Si è così avuta l’opportunità di far conoscere alle beneficiarie del progetto le tutele previste durante la gravidanza, come funziona l’accesso al Congedo parentale, e all’Assegno unico universale, far sapere che in Italia è presente l’INAIL che è un Ente pubblico che tutela lavoratori e lavoratrici contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, prevenzione e contrasto a tutte le forme di violenza sulle donne e le discriminazioni multiple, spiegare come funziona l’iter per la richiesta di un permesso di soggiorno, come l’Italia tutela la lavoratrice madre e la famiglia, nonché la possibilità di richiedere il riconoscimento dell’invalidità civile, nei casi in cui la mancanza di salute lo richieda.

E’ proprio su questi aspetti che il Patronato Inas ha potuto fornire il suo prezioso contributo e grazie alla sua capillarità, avendo oltre 700 uffici in Italia e 90 all’estero, le indicazione trasmesse durante il percorso formativo, stanno trovando riscontro localmente nelle sedi territoriali, per i nostri ambiti di competenza, attraverso la consulenza specifica che in presenza dei requisiti, può confluire nell’inoltro delle domande.

“L’attenzione all’aspetto umano e alla centralità della persona che caratterizzano da sempre l’operato del nostro patronato, affinché la titolarità di un diritto, attraverso la nostra consulenza si trasformi nella fruibilità di una prestazione, segnano un passo importante anche nella tutela delle vittime sopravvissute alla tratta, per accompagnarle nel difficile processo di inserimento nella società italiana” come dichiarato dal Presidente di INAS CISL Gianluigi Petteni, “Non a caso, nell’intento di proseguire insieme, è stato predisposto un accordo tra noi e l’APG23 con l’obbiettivo di continuare a collaborare, per facilitare inclusione sociale e lavorativa delle vittime di tratta in Europa e non solo”.

Nell’intento di proseguire con il percorso iniziato con questo progetto, è stato predisposto un accordo tra l’INAS e la Papa Giovanni XXIII con l’obiettivo di continuare a collaborare, per facilitare l’inclusione sociale e lavorativa delle vittime di tratta, tenendo conto delle misure, non solo come lavoratrici ma anche come madri-lavoratrici, aiutandole a connettersi ed integrarsi nel contesto sociale di riferimento e di supportarle con efficacia nella tutela di tutti quegli aspetti specifici che attengono in particolare alla missione dell’INAS CISL, garantendo esperienza e professionalità delle operatrici ed operatori che le accolgono.

Liliana Ocmin, Migrazioni – INAS CISL (Istituto Nazionale Assistenza Sociale)
Componente del Consiglio di Amministrazione OIL (Organizzazione Internazionale del Lavoro)