Meloni: “Senza agricoltori non c’è cibo. Senza cibo non c’è futuro”

L’agricoltura è un settore strategico. Per questo, abbiamo chiesto e ottenuto che l’agricoltura fosse uno dei punti all’ordine del giorno del prossimo Consiglio europeo di marzo": così Meloni in un videomessaggio per l'Assemblea Confagricoltura a Bruxelles

Foto: Palazzo Chigi

E’ una “battaglia decisiva” quella “contro la concorrenza sleale dei prodotti che arrivano da nazioni terze che non rispettano le stesse regole sanitarie, ambientali e sociali che i nostri agricoltori e pescatori sono vincolati a rispettare. Per questo, l’Italia si farà portavoce delle richieste degli agricoltori, chiederà alla Commissione europea di negoziare con maggiore incisività e determinazione gli accordi con i Paesi extra-Ue, e stabilire norme più stringenti e anche precisi standard di reciprocità”.

Lo afferma la premier Giorgia Meloni in un videomessaggio all’Assemblea di Confagricoltura a Bruxelles. Pubblichiamo il messaggio integrale del Presidente del Consiglio in occasione dell’Assemblea Confagricoltura a Bruxelles riportato da Palazzo Chigi.

Il messaggio della premier

Buongiorno a tutti, voglio salutare e ringraziare il Presidente Giansanti e tutta Confagricoltura per l’invito a questa Assemblea, che cade in una giornata particolarmente importante per il settore agricolo e agroalimentare. Oggi a Bruxelles si riunisce, infatti, il Consiglio Agricoltura e Pesca, e si riunisce per discutere delle risposte più efficaci alla crisi che tocca il comparto. L’Italia sarà rappresentata dal Ministro Lollobrigida, che è lì con voi e che saluto, e si presenterà al tavolo con un documento molto concreto, che punta a ribadire alcuni concetti fondamentali.

Il primo di questi concetti è che l’agricoltura non è nemica dell’ambiente e della transizione ecologica, anzi è l’esatto contrario. Se c’è qualcuno che ama il territorio, che vuole custodirlo e che lavora ogni giorno per preservarlo, tutelando anche identità e tradizioni, quel qualcuno è proprio l’agricoltore. Per questo, il governo si è battuto in Europa fin dal suo insediamento contro tutti quei diktat ideologici che avrebbero colpito la produzione agricola europea e avrebbero messo a rischio quel concetto di sovranità alimentare che resta un nostro indirizzo irrinunciabile.

Abbiamo fatto sentire la voce italiana su tanti dossier e l’orientamento è progressivamente cambiato. Penso alle norme sulle emissioni, sugli imballaggi, sui fitofarmaci, sulla rotazione forzata o sulla messa a riposo obbligatoria dei terreni. Certo, non tutte le questioni sono risolte, ma io credo davvero che il cambio di marcia sia evidente. E che il buon senso stia iniziando a prevalere.

Pac e reddito agli agricoltori

L’altra priorità che siamo chiamati ad affrontare è la revisione della Politica agricola comune. La PAC con la quale ci confrontiamo è stata immaginata prima della pandemia e prima del conflitto in Ucraina, in un mondo completamente diverso da quello attuale. E allora serve una riforma profonda dell’assetto che abbiamo ereditato, perché la Pac torni a perseguire quegli obiettivi strategici di natura economica e sociale previsti dai trattati europei: da un lato garantire sicurezza agli approvvigionamenti di cibo di qualità ai nostri cittadini, dall’altro assicurare un adeguato tenore di vita a chi quel cibo lo produce.

Obiettivi che possono essere raggiunti solamente sostenendo il reddito degli agricoltori. E questo passa per forza di cose da un’altra battaglia decisiva, che è quella contro la concorrenza sleale dei prodotti che arrivano da Nazioni terze che non rispettano le stesse regole sanitarie, ambientali e sociali che i nostri agricoltori e pescatori sono vincolati a rispettare. Per questo l’Italia si farà portavoce delle richieste degli agricoltori, chiederà alla Commissione europea di negoziare con maggiore incisività e determinazione gli accordi con i Paesi extra-Ue, e stabilire norme più stringenti e anche precisi standard di reciprocità.

I controlli contro la concorrenza sleale

In questo quadro è fondamentale il capitolo dei controlli, e a livello nazionale noi siamo dall’inizio in prima linea. Abbiamo istituito una cabina di regia interforze, definito un Piano straordinario di controlli per il 2024. Questo ci permetterà di allargare lo spettro delle filiere che vengono sottoposte a verifica e così aumentare il numero degli agenti impiegati nei punti sensibili, come i porti di arrivo delle merci.

Senza agricoltori non c’è cibo. Senza cibo non c’è futuro. Parole che in queste settimane abbiamo sentito dire spesso e molte volte letto anche su cartelli e su striscioni.
Beh, c’è chi ha detto e scritto che gli agricoltori sono scesi in piazza per difendere i loro privilegi. Io credo, invece, che gli agricoltori abbiano tutto il diritto di far sentire la loro voce e chiedere quello che qualunque lavoratore chiede: il riconoscimento del giusto prezzo per il lavoro che svolge e un sistema di regole che difenda e sostenga quel lavoro. Questo sarebbe un privilegio? Io credo che non sia un privilegio, è una battaglia di buon senso, concreta e reale.

L’agricoltura è un settore strategico, e noi riteniamo che debba essere al centro non solo delle politiche nazionali – i tanti provvedimenti che abbiamo adottato in questi 16 mesi dimostrano la nostra visione su questo e il nostro impegno – ma anche europee.

Per questo, abbiamo chiesto e ottenuto che l’agricoltura fosse uno dei punti all’ordine del giorno del prossimo Consiglio europeo di marzo. E in quella sede continueremo a sostenere la centralità di un comparto fondamentale, non solamente per la nostra economia ma anche per la nostra identità e il nostro futuro. È un lavoro che chiaramente come sempre intendiamo fare con le organizzazioni rappresentative, e quindi grazie ancora a Confagricoltura, e buon lavoro a tutti.