Ambrogio, il santo che fece convertire Agostino

Sant’Ambrogio, Vescovo e dottore della Chiesa Treviri (Germania), 339 ca. – Milano, 4/04/397. E’ uno dei vescovi più importanti della Chiesa: ha un grande influsso sui contemporanei e sui posteri. Proviene da una ricca famiglia romana: il padre è prefetto al pretorio per le Gallie. Alla morte del padre la famiglia fa ritorno a Roma. Ambrogio studia diritto e retorica e diventa funzionario imperiale.

Avvenimenti

• Si trova a Milano quando muore il vescovo Assenzio. Poiché solo con le parole riesce a tranquillizzare la folla e a evitare disordini (spesso presenti durante le elezioni ecclesiastiche), viene acclamato vescovo dalla folla stessa.

Quando viene eletto è solo catecumeno: pur proclamando la propria indegnità, professandosi peccatore e tentando anche di fuggire, non riesce a sottrarsi alla carica episcopale. Riceve il Battesimo e solo otto giorni dopo la consacrazione.

• Scrive di questo periodo: «Tolto dai tribunali e dall’amministrazione pubblica, per passare all’episcopato, ho dovuto cominciare a insegnare quello che non avevo mai imparato». Distribuisce il suo ingente patrimonio ai poveri e inizia una vita di rigorosa ascesi. Si mette a studiare la Bibbia ei Padri della Chiesa.

Deve affrontare grandi difficoltà: istruire i numerosi convertiti al cristianesimo e lottare contro il paganesimo ancora molto diffuso (tanti cristiani, specie delle classi alte, sono segua- ci dell’arianesimo).

• Rifiuta di dare all’imperatrice Giustina un edificio da lei richiesto per farne una chiesa per la fede ariana.

• Essendo stato funzionario imperiale, sostiene con forza, nei riguardi dell’imperatore, i diritti della Chiesa e l’autorità dei suoi vescovi. Scrive Ambrogio: «Sono i vescovi che devono giudicare i laici e non il contrario», includendo tra i laici l’imperatore stesso. Altra sua massima è: «L’imperatore è nella Chiesa, non al di sopra della Chiesa».

• Quando l’imperatore Teodosio, per rappresaglia, fa uccidere 7 mila innocenti, Ambrogio non solo lo rimprovera pubblicamente, ma gli impone una dura e severa penitenza.

• Pur svolgendo un’intensa attività pastorale e politica, scrive anche trattati a carattere teorico (De Fide, De Spiritu Sancto) e morale (De paenitentia, De virginibus, De officiis ministro- rum). Alla sua grande fede e vasta cultura si deve la conversione di Agostino, che battezza nella Pasqua del 387.

Innova e ordina la liturgia della Chiesa milanese (rito ambrosiano) e vi inserisce alcuni inni che compone personalmente e che per primo utilizza come mezzo popolare per promuovere la fede e lodare Dio.

Si dedica con impegno alla ricerca di reliquie dei martiri cristiani. A Milano scopre i resti mortali dei santi Gervasio, Protasio, Nazzario e Celso, mentre a Bologna le reliquie di Vitale e Agricola.

• Come vescovo metropolita dell’Italia settentrionale fonda nuove diocesi e consacra vari vescovi.

• E’ il personaggio più significativo della Chiesa del IV secolo.

E’ uno dei quattro Padri della Chiesa d’Occidente. Anche suo fratello Satiro e sua sorella Marcellina sono santi.

Aneddoti

• Mentre dorme in culla gli entra in bocca uno sciame d’api e poi ne esce. Il padre, assistendo allo straordinario fenomeno, prevede per il figlio, un grande avvenire.

• Da adolescente, vedendo la madre e la sorella baciare con devozione la mano ai sacerdoti, dice alla sorella di baciare la mano anche a lui perché un giorno non sarebbe stato più un gioco, ma una realtà.

• Mentre Ambrogio, in chiesa, cerca di pacificare gli animi per l’elezione del nuovo vescovo, un bambino (che ancora non ha mai parlato) in braccio alla madre si mette a gridare: «Ambrogio vescovo, Ambrogio vescovo».

• Tra i vari espedienti che utilizza per non farsi eleggere vescovo, adotta anche quello di far venire nella sua casa delle prostitute, in modo che il popolo scandalizzato rinunci ad eleggerlo. Neppure in questo modo raggiunge l’intento prefisso.

• Viene ospitato durante un viaggio da un uomo ricchissimo che si vanta della sua inestimabile fortuna. Ambrogio consiglia i suoi accompagnatori di lasciare immediatamente quella casa. Appena il vescovo e gli altri se ne sono andati, la terra si apre e il ricco con tutti i suoi beni sprofonda e non rimane di lui la minima traccia.

• Nel suo primo incontro Ambrogio invita l’imperatore Teodosio, che si è seduto nel coro dove sono i consacrati, ad andare al di là del transetto tra i semplici fedeli.

È solito lavorare nel suo studio con le porte aperte: tutti possono vederlo mentre scrive, legge e anche parlargli.

• Poiché esalta la verginità, molte madri proibiscono alle figlie di ascoltare le sue prediche per paura che si convincano a pronunciare il voto di verginità.

Arriva a stabilire un vitalizio per l’uomo che ha tentato di ucciderlo.

• La leggenda racconta che nel 1338, durante la battaglia di Parabiago, appaia Ambrogio mentre a cavallo si getta nella mischia mettendo in fuga i nemici; impugna uno staffile a tre corde che rappresenta il mistero della Santissima Trinità e che rimane nella sua iconografia.

Personalità e aspetto fisico

Ha uno spiccato senso del dovere e una personalità forte, decisa e combattiva. Grande capacità persuasiva. Riesce anche a essere dolce, tenero e misericordioso. Ha uno spirito pratico che gli permette di risolvere situazioni difficili e grandi doti di organizzatore e di governo. Basso di statura, di fragile costituzione fisica e cagionevole di salute.

Spiritualità

È una delle figure più autorevoli e prestigiose della Chiesa e deciso difensore della fede cattolica e della giustizia. Grande generosità verso i deboli e gli oppressi. Cerca di rinsaldare con l’ideale cristiano una società corrotta, che tende a disgregarsi. S’impegna a ricreare una forte spiritualità tra il clero. Pur annunciando con forza l’infinita misericordia divina, si oppone con fermezza e coraggio a imperatori e vescovi sprofondati in colpe morali o dottrinali. «Quest’uomo di Dio fu un difensore straordinario ed energico della verità cattolica contro gli eretici, sprezzante del pericolo, un coraggioso combattente di Cristo, un fedele maestro della Chiesa. Io lo venero come un padre: con il Battesimo egli ha generato in Cristo anche me. Ho personalmente vissuto il suo amore per la fede cattolica, il suo intrepido coraggio, i suoi dolori e le minacce subite per le sue azioni e le sue prediche» (Sant’Agostino).

Morte

Con l’avanzare dell’età i suoi dolori artrosici si aggravano: cammina curvo e si appoggia a un bastone. Resta infaticabile fino alla fine. Non riesce a completare il commento del salmo 43. A chi lo incita a pregare il Signore di tenerlo in vita dice: “Non sono vissuto tra voi cosi da vergognarmi di vivere; ma non ho paura di morire perché abbiamo un Signore buono”. “Noi vedevamo muoversi le sue labbra”, attesta Paolino, il diacono fedele che su invito di Agostino ne scrisse la vita, ma “non ne udivamo la sua voce'”. A un tratto, la situazione parve precipitare. Onorato, vescovo di Vercelli, che si trovava ad assistere Ambrogio e dormiva al piano superiore, venne svegliato da una voce che gli ripeteva: “Alzati, presto! Ambrogio sta per morire”. “Onorato scese in fretta – prosegue Paolino -e gli porse il Corpo del Signore. Appena lo prese e deglutì, Ambrogio rese lo spirito, portando con sé il buon viatico. In quel venerdì santo del 397 le braccia spalancate di Ambrogio morente esprimevano la sua mistica partecipazione alla morte e alla risurrezione del Signore. Era questa la sua ultima catechesi: nel silenzio delle parole, egli parlava ancora con la testimonianza della vita” (Benedetto XVI). I suoi resti mortali sono venerati nella cripta della basilica a lui intitolata, accanto ai corpi di Protasio e Gervasio. É proclamato dottore della Chiesa da Bonifacio VIII nel 1298.

Tratto dal libro “I santi del giorno ci insegnano a vivere e a morire” di Luigi Luzi