Damasco, esplosioni all'aeroporto militare

Due fortissime esplosioni hanno interessato un aeroporto militare di Damasco che, secondo alcune fonti d'informazione, sarebbe rientrato come obiettivo di un raid nei confronti di un suo deposito munizioni. Al momento, tuttavia, non è stata confermata l'origine delle detonazioni: l'eco dello scoppio è riecheggiato fino alla capitale, distante pochi chilometri dalla base aerea di Mezzeh. Secondo quanto riferito dall'Osservatorio siriano per i diritti umani, le esplosioni sarebbero state provocate da un attacco missilistico e dalla risposta dei sistemi di difesa siriani. Gli aerei, secondo gli analisti, apparterrebbero all'aviazione israeliana e avrebbero provocato morti e feriti. Al momento, però, nemmeno la presenza di eventuali vittime è stata confermata, anche se alcuni media parlano di due miliziani dei gruppi filo-regime rimasti uccisi, mentre molti degli 11 feriti annunciati sarebbero in condizioni gravi.

La smentita

In maniera piuttosto inusuale, i media nazionali della Siria hanno tuttavia smentito che dietro le esplosioni possa celarsi Israele e, attraverso la Tv di Stato, è stata diffusa l'informazione che entrambe le detonazioni siano state provocate da un cortocircuito e che “non c'è stata nessuna aggressione israeliana”. Anche fonti militari hanno sostenuto che l'esercito d'Israele sia estraneo all'attacco e che sia stato un guasto all'impianto elettrico a far esplodere il deposito di munizioni. La base di Mezzeh si trova nel quartiere sede delle abitazioni di molti funzionari e ufficiali dell’esercito, nucleo forte quindi del regime di Bashar al-Assad. Nelle vicinanze si trova anche il palazzo presidenziale.

La posizione di Israele

Nel frattempo l’opposizione siriana insorge, sposando la versione dell'Osservatorio per i diritti umani e sostenendo come le esplosioni siano state provocate da alcune testate missilistiche lanciate dal Golan. Israele non ha per ora rilasciato dichiarazioni ufficiali anche se, solitamente, dall'esercito non arrivano conferme su eventuali raid missilistici. Pochi giorni fa, il governo Netanyahu aveva chiesto il ritiro delle forze iraniane dalla Siria e la chiusura delle basi balistiche sul territorio.