Adolescenti e scuola: istruzioni per l’uso

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Foto di Helena Lopes su Unsplash

L’adolescenza è un periodo di crescita fisica e mentale straordinariamente ricca e intensa, in cui i giovani sviluppano un senso più elaborato della propria identità che è radicata nelle emozioni e che poi emerge nelle relazioni, si sviluppa come sistema dinamico e autorganizzante. Iniziano a definire chi sono, scelgono i gruppi a cui appartenere, sviluppando l’identità sociale e cominciano a progettare e a mettere le basi del proprio possibile futuro. Le istituzioni educative e in particolare la scuola, possono incoraggiare questo tipo di sviluppo dell’identità favorendo esperienze che promuovono l’esplorazione e l’affermazione dell’identità attraverso nuove conoscenze e fornendo dei modelli d’identificazione negli insegnanti. Inoltre, può promuovere e sostenere una serie di risultati positivi in molti ambiti, negli apprendimenti, nel lavoro di gruppo, nell’inclusione, integrazione e lotta alle discriminazioni. Un ruolo fondamentale è quello di proporre dei modelli relazionali in cui siano definiti i ruoli tra i compagni di classe, tra adulti e adolescenti, tra gli insegnanti e la famiglia.

Nell’adolescenza, vi è un’attenzione verso il futuro, ma anche una nostalgia dell’infanzia, inoltre, i processi di crescita non sono lineari. Gli adolescenti possono vivere situazioni, in cui si trovano a interagire e reagire agli stimoli esterni con dei livelli evolutivi di maturazione psicologica ed emotiva, assolutamente diversi, talvolta inferiori alla propria età anagrafica. Numerosi studi hanno dimostrato che prima della pandemia, gli adolescenti avevano un ritardo evolutivo di tre anni rispetto alle generazioni precedenti, ulteriormente accresciuto dal lockdown e dalle successive restrizioni a causa dell’impossibilità di fare quelle esperienze fondamentali e necessarie nell’infanzia e nell’adolescenza.

Questo può comportare una maggiore dipendenza dagli adulti, siano questi i genitori, che gli insegnanti, da cui si aspettano non solo nuove conoscenze, ma anche il riconoscimento dei loro sforzi con comprensione rispetto alle loro difficoltà e motivati rimproveri.

Tutti gli adolescenti hanno delle fragilità senza per questo avere disturbi psicologici specifici. Se in particolare, osserviamo gli studenti diligenti, studiosi, giustamente ambiziosi che ci tengono a far bene, a ottenere dei buoni voti, severi con se stessi, vi può essere una ridotta tolleranza alla frustrazione, poiché lo sforzo di ottenere i risultati, riduce le risorse emotive necessarie per sopportare stress acuti. Dal momento che sono costantemente sotto pressione per la propria severità interna, talvolta rinforzata dai genitori, non riescono a sostenere stress aggiuntivi, soprattutto se inaspettati e improvvisi. Questi eventi inattesi possono costituire un vero e proprio trauma, che può generare una crisi di angoscia acuta e uno scarico impulsivo della tensione. Le manifestazioni possono essere diverse: dal pianto a casa o in classe, al blocco nello studio, ad una chiusura in se stessi con difficoltà ad andare a scuola. Gli eventi più rischiosi sono i gesti impulsivi dettati dall’impossibilità di gestire una disperazione improvvisa e dirompente, in reazione ad una situazione vissuta come umiliante e svalutante, percepita senza via d’uscita, senza possibilità di recupero. Una scuola eccessivamente burocratizzata e senza una buona programmazione di verifiche e spiegazioni, inoltre non giova senz’altro gli adolescenti.

Auspicabilmente, invece, con l’aiuto della scuola, alla fine dell’adolescenza, i giovani dovrebbero aver raggiunto una buona autonomia, costruito relazioni interpersonali sane, trovato una strada per la propria realizzazione personale e sviluppato la capacità di essere inclusivi e rispettosi delle differenze. A scuola, come nella vita, apprendere un metodo (di studio, di lavoro in gruppo, di esposizione orale, trattazione scritta, etc.), rende più sostenibile l’inevitabile impegno nello studio e i necessari sacrifici. Riuscire ed essere apprezzati per l’impegno profuso, essere perdonati per eventuali mancanze o assenze, aiuta gli adolescenti a sentirsi visti e apprezzati da adulti autorevoli, solidi e competenti, riconosciuti come co-protagonisti dell’impresa formativa e educativa, una ricchezza assoluta.