Regionali, urne aperte in Abruzzo: 305 Comuni al voto

L'Abruzzo sceglie la nuova amministrazione regionale: urne chiuse alle 23, occhi puntati sull'affluenza

Elezioni Abruzzo
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Ben 305 comuni al voto, in Abruzzo, per scegliere il nuovo presidente della Regione. Il Centrodestra punta all’affermazione immediata, il Centrosinistra al riavvicinamento tra Pd e M5s. Occhi sui dati dell’affluenza: le ultime regionali, nel 2019, avevano visto un calo netto rispetto a quelle del 2014.

Abruzzo al voto per le Regionali

I seggi per le elezioni regionali in Abruzzo si sono aperti alle 7 e si chiuderanno questa sera alle 23. Al termine inizieranno le operazioni di spoglio. Si va al voto in 305 comuni: il totale dei votanti è pari a 1.208.276 di cui 592.041 uomini e 616.235 donne su una popolazione censita di 1.275.950. Le sedi dei seggi elettorali sono 1.634 di cui 13 ospedaliere. Le sezioni sono a Chieti 460, a L’Aquila 405, a Pescara 396 e a Teramo 373.

Gli ultimi dati elettorali

Alle regionali del 2019 i votanti furono il 53%, un netto calo rispetto alle consultazioni precedenti, quelle del 2014, quando andò a votare il 61,56% degli aventi diritto. Alle più recenti politiche, quelle del 2022, andò alle urne il 63,99% degli abruzzesi. Cinque anni fa Marsilio ottenne il 48,03% dei voti, la sua coalizione il 49,20%. Il candidato del centrosinistra, Giovanni Legnini raggiunse il 31,29%; la sua coalizione, con 7 liste, arrivò al 30,64%. In quell’occasione si presentarono anche Sara Marcozzi per M5s che ottenne il 20,20%, e Stefano Flajani che ebbe lo 0,48%.

La sfida

Solo qualche settimana fa, Marco Marsilio e Luciano D’Amico non avrebbero immaginato di avere i riflettori di tutta Italia puntati sui rispettivi comitati elettorali. I due candidati alla presidenza della Regione Abruzzo, alla vigilia del voto, hanno provato a godersi qualche ora di relax. Ma la tensione è palpabile. Per entrambi non è facile smaltire gli affanni di una corsa all’ultimo voto. Tra viaggi in macchina, palchi, piazze e bagni di folla. E con tutti i protagonisti della politica nazionale accorsi nelle quattro province per sostenerli: la testimonianza che la partita disputata qui non è solo una contesa locale, ma qualcosa di più. A decidere il risultato finale, però, saranno gli elettori abruzzesi.

L’ambizione del Centrodestra

Il centrodestra, a sostegno di Marsilio, è convinto di poter raggiungere un risultato storico: confermare un presidente uscente alla guida della Regione. Il centrosinistra, con il campo larghissimo a sostegno di D’amico, crede in una rimonta considerata quasi impossibile all’inizio della competizione. Ma tra le prime battute e gli ultimi infuocati giorni della campagna abruzzese, è arrivato il responso delle urne sarde. “L’effetto Sardegna”, come lo definiscono in molti, ha acceso gli animi e reso sempre più evidente che in Abruzzo si potesse giocare un mini-test per la politica nazionale.

Il Centrosinistra e l’unità dall’Abruzzo

Il centrosinistra rilancia la sua “unità” dall’Abruzzo e vede la possibilità di un riavvicinamento tra il Pd di Elly Schlein e il M5s di Giuseppe Conte. Che si impegnano nella costruzione dell’alternativa di governo e sperano nel voto di opinione degli abruzzesi. È proprio dalle parti di un centrosinistra entusiasta che si guarderà con più insistenza ai dati dell’affluenza, con l’augurio di recuperare terreno nello spicchio dei delusi e degli indecisi. Che l’affluenza possa spostare l’asticella, anche se di poco, è opinione diffusa anche in parte del campo avverso.

Fonte: Ansa