Indagine Crea: cosa emerge sulle abitudini alimentari degli italiani

I dati dell'indagine Crea presentati in occasione dell'apertura della VI Giornata della Nutrizione. Ecco quali alimenti sono poco utilizzati dagli italiani

Foto di Myriams-Fotos da Pixabay

Quali sono le abitudini alimentari degli italiani? Quali cibi consumano e quali troppo poco? In occasione della Giornata della nutrizione, l’indagine realizzata dal centro di ricerca Alimenti e Nutrizione del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria.

Indagine Crea: cosa emerge sulle abitudini alimentari degli italiani

Arriva l’indagine sui consumi alimentari del Crea. La presentazione è con la VI Giornata della Nutrizione. La ricerca è realizzata con il centro di ricerca Alimenti e Nutrizione del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (Crea). “È emerso – afferma Emanuele Marconi, Direttore del Crea Alimenti e Nutrizione – che alcuni alimenti continuano ad essere consumati troppo poco, frutta, verdura e legumi, veri e propri ‘sorvegliati speciali’ che i ricercatori devono monitorare nel tempo”.

I consumi medi di frutta e verdura

“In particolare – sottolinea – la quantità media di frutta consumata ogni giorno è 166 g/die, di verdura è 147 g/die e di legumi è 9 g/die, inferiore rispetto ai dati rilevati nell’indagine precedente Inran Scai 2005-2006. L’apporto energetico medio della popolazione dai 3 ai 74 anni è di 1933 kcal/die derivanti per il 15% da proteine (5% di origine vegetale e 10% di origine animale), per il 42% da carboidrati e per il 34% dai grassi. Ne consegue – sintetizza Marconi – che l’aderenza alle nostre Linee Guida resta ancora un obiettivo da raggiungere”.

Il mutamento del comportamento alimentare

“L’Indagine sui consumi alimentari del Crea consente, da 40 anni – commenta Mario Pezzotti, commissario straordinario del Crea in apertura oggi della VI edizione della Giornata della Nutrizione, organizzata dal centro di Alimenti e Nutrizione- di ottenere informazioni utili per supportare interventi nazionali di politica agro-alimentare e nutrizionale volti ad assicurare cibo sano, di alta qualità e a un prezzo accessibile per il consumatore finale, mantenendo al contempo un elevato livello di sostenibilità ambientale”. “Si tratta – aggiunge – di dati unici a livello nazionale, che puntiamo a rilevare ad intervalli più brevi, rispetto alla cadenza attuale, per poter registrare più efficacemente i mutamenti nel comportamento alimentare di una società che evolve assai più rapidamente di qualche decennio fa”.

Fonte Ansa