Abiti che “ricordano”, arrivano i tessuti digitali con memoria

Tessuti tecnologici che rilevano parametri fisiologici e possono essere programmati: la nuova invenzione dai ricercatori del MIT

Microcircuiti, immagine da Pixabay

Registrare i parametri fisiologici per ottenere diagnosi precoci o immagazzinare nell’abito di matrimonio la musica delle nozze: sono alcune delle possibilità che si aprono con le prime fibre digitali.

Realizzate da ricercatori del Massachusetts Institute of Technology (Mit), e descritte su Nature Communications, possono essere programmate per misurare parametri di ogni tipo e memorizzare informazioni. Già da tempo il mondo dell’abbigliamento sta esplorando le potenzialità offerte dalle tecnologie indossabili, chip e sensori estremamente sottili e leggeri da poter essere integrati nei vestiti ed ‘espandere’ le tradizionali funzioni dei capi d’abbigliamento.

Le fibre elettroniche utilizzate finora all’interno dei vestiti erano fibre capaci di trasportare dati in forma analogica. La nuova soluzione proposta dai ricercatori americani è di raccogliere, trasportare e elaborare dati digitali, sotto forma di 0 e 1.

“Questa è la prima volta – ha precisato Yoel Fink, coordinatore dello studio – che si ottiene un tessuto con la capacità di archiviare ed elaborare i dati in modo digitale. Si aggiunge così una nuova ‘dimensione’ di contenuto ai tessuti che consente loro di essere letteralmente programmati”.

Come è realizzato il nuovo tessuto digitale

La nuova fibra è stata realizzata inserendo centinaia di microchip digitali connessi tra loro all’interno di fili sintetici che possono essere programmati anche singolarmente e usati per memorizzare informazioni di ogni tipo, anche file audio o video. Il filo che ne risulta può essere lungo decine di metri, sottile (continua a poter entrare nella cruna di un ago) e lavabile fino a 10 volte. Per testarne le prestazioni i ricercatori hanno inserito il filo all’interno di magliette per monitorare le prestazioni di alcuni atleti e usando degli algoritmi di machine learning hanno imparato rapidamente a riconoscere semplicemente dai dati raccolti dalla fibra i singoli movimenti dell’atleta. Il prossimo passo sarà quello incorporare nella fibra anche un microcontroller per rendere ‘intelligente’ la fibra: “quando ci riusciremo avremo dei ‘computer in tessuto'”, hanno precisato i ricercatori.