VENEZIA, AL VIA LA 56ESIMA EDIZIONE DELLA BIENNALE D’ARTE

Barcone

Dal 9 maggio, fino al prossimo 22 novembre, resterà aperta al pubblico la 56esima Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia. Quest’anno la mostra – che si tiene eccezionalmente in maggio per contiguità con l’Expo di Milano – sceglie di spalancare le porte al futuro con il progetto curatoriale del critico d’arte nigeriano Okwui Enwezor, dal titolo “All the world’s future”.

L’evento d’arte italiano più famoso a livello internazionale, sarà dislocato in varie location lagunari: un unico percorso espositivo che si articolerà dal Padiglione Centrale (Giardini) all’Arsenale e vedrà la presenza di 136 artisti, dei quali 89 presenti per la prima volta, provenienti da 53 paesi. 5 i paesi presenti “new entry”: Grenada, Mauritius, Mongolia, Repubblica del Mozambico e Repubblica delle Seychelles. Tra gli invitati, anche quattro italiani – Mauri, Pino Pascali, Monica Bonvicini e Rosa Barba – e una una rivista. Sul fronte internazionale, nomi come Baselitz, Boltanski, Dumas, Holler, Nauman, solo per citarne alcuni. A loro il compito, attraverso performance, installazioni, dipinti, disegni, video, sculture o opere grafiche, di porre interrogativi, suggerire risposte, insinuare dubbi in un’epoca segnata da velocità e tecnologia ma anche solitudine esistenziale.

Paolo Baratta, Presidente della Biennale di Venezia, presenta così la mostra lagunare: “Oggi il mondo ci appare attraversato da gravi fratture e lacerazioni, da forti asimmetrie e da incertezze sulle prospettive. Nonostante i colossali progressi nelle conoscenze e nelle tecnologie, viviamo una sorta di ‘age of anxiety’. E la Biennale torna a osservare il rapporto tra l’arte e lo sviluppo della realtà umana, sociale, politica, nell’incalzare delle forze e dei fenomeni esterni. Si vuole quindi indagare in che modo le tensioni del mondo esterno sollecitano le sensibilità, le energie vitali ed espressive degli artisti, i loro desideri, i moti dell’animo (il loro inner song). La Biennale ha chiamato come curatore Okwui Enwezor – conclude Baratta – anche per la sua particolare sensibilità a questi aspetti”.