Mondo di mezzo, Carminati fuori dal 41bis

A seguito della sentenza del processo per Mafia Capitale, arrivata in primo grado il 20 luglio scorso, è arrivato il primo effetto concreto del mancato riconoscimento dell’aggravante dell’associazione mafiosa: il ministro della Giustizia Andrea Orlando, infatti, ha disposto la revoca del provvedimento di detenzione in regime di 41bis per Massimo Carminati, detenuto dal 25 dicembre 2014 presso il carcere di Parma. Una decisione attesa, dopo che la XX sezione di Roma aveva indicato l’inchiesta sul Mondo di mezzo come indirizzata verso una comune associazione a delinquere, non di stampo mafioso. La revoca del 41bis per l’ex Nar è stata presa in conformità con la Direzione distrettuale antimafia.

Nessun 416bis

In attesa delle motivazioni relative alla sentenza che, a ogni modo, non arriveranno prima dell’autunno, la notizia è che l’ex elemento di spicco dell’eversione nera, personaggio di rilievo nell’ambito della criminalità romana a partire dalla fine degli anni ’70, verrà relegato al rango di detenuto comune. Al termine di quasi tre anni di iter processuale, 230 udienze e richieste di condanna pari a 515 anni, i giudici hanno deciso che la mafia di cui si era fin lì parlato, in realtà, mafia non lo era. Un’associazione criminale sì, due per la precisione, facenti capo proprio alla figura del “Cecato” (condannato a 20 anni di reclusione) e del suo socio, il ras Salvatore Buzzi ma che, a conti fatti, nonostante il sistema di corruzione sviluppato e le riconosciute infiltrazioni in uffici strategici mirate a ottenere rilevanti controlli negli ambienti della pubblica amministrazione, non ha agito come un sodalizio sul modello delle mafie comunemente intese.

Richiesta dei domiciliari per Buzzi

Dopo 30 mesi di detenzione in regime di carcere duro, quindi, Carminati esce dal 41bis mentre per Salvatore Buzzi, condannato a 19 anni, sarà sottoposta fra qualche giorno al Tribunale del riesame la richiesta degli arresti domiciliari. Anche questa istanza verrà presentata dai legali proprio in virtù del mancato riconoscimento del 416bis per lui e per gli altri 18 imputati (su 46 totali) che ne erano accusati.