Salvataggio Alitalia: chiesta proroga fino al 31 ottobre

C'è chi preme da una parte per avere più tempo e chi per andare più velocemente. Lo psicodramma Alitalia non avverte mai cali di tensione, anzi registra nuovi picchi. Da una parte uno degli azionisti della Newco che dovrebbe nascere dalle ceneri della compagnia di bandiera del Belpaese, Ferrovie dello Stato, chiede il rinvio della data di scadenza dei termini per presentare l'offerta vincolante di acquisto e il piano industriale, fissata per domenica 15 settembre, al 31 ottobre. Una pretesa eccessiva per il nuovo ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli che al massimo, riporta La Stampa, potrebbe concedere una proroga di due settimane al massimo. Il successore di Di Maio non vuole che si perda altro tempo per l'ingresso dello Stato nella new company e avrebbe già incontrato i tre commissari straordinari di Alitalia. Intanto, una lettera dell'amministratore delegato di Fs svela l'indecisione del Ministero dell'economia a scendere in campo nella nuova compagnia aerea. Restano inoltre da diradare le nebbie sul ruolo, per ora marginale, che la rinnovata Alitalia avrebbe sul mercato nordamericano dopo la nascita dalla joint venture “Blue Skies”, sulla quota della compagnia statunitense Delta nella Newco e sugli esuberi.

La freddezza del Mef

Potrebbe passare un anno esatto se venisse concessa la proroga chiesta da Ferrovie, da quel 31 ottobre 2018 quando proprio Fs presentò la prima offerta. Di proroghe ce ne sono state già cinque ed è improbabile che i commissari, Luigi Gubitosi, Enrico Laghi e Stefano Paleari ne concedano una sesta. I motivi per cui Ferrovie dello Stato ha intenzione di ottere un ulteriore rinvio sono la stesura del piano industriale insieme ad Atlantia, e soprattutto la posizione del Tesoro. Il Mef scioglierebbe il nodo sul suo ingresso nella cordata prima “subito dopo l'eventuale sottoscrizione del contratto”, non prima quindi di conoscere l'offerta vincolante e il piano. Lo ha scritto in una lunga lettera lettera indirizzata al Mise, all'advisor di Alitalia Rothschild e ai commissari straordinari l'amministratore delegato di Fs Giuseppe Battisti. Informativa in cui non ha tralasciato di scrivere che questa incertezza “desta particolare preoccupazione e richiede di essere chiarita al più presto e in ogni caso prima della presentazione dell'offerta definitiva”. Il ruolo del ministero è importante. Nel gioco delle quote, il Tesoro ne deterebbe 15% e dovrebbe convertire in capitale gli interessi sul prestito ponte da 900 milioni erogato due anni fa, quando l'assemblea dei soci deliberò l'inizio dell'amministrazione straordinaria della compagnia, che ammontano a 145 milioni. Il restante 85% dovrebbe essere così spartito: 35% a Fs; 35% ad Atlantia; tra il 10 e il 15% al vettore americano Delta.

Il socio marginale

Non arrivano buone notizie nemmeno dal fronte occidentale, cioè il mercato nordamericano. Con l'alleanza nei cieli tra Delta, Air-Franc-Klm e Virgin infatti, da cui Alitalia è esclusa. Al massimo potrebbe diventare il partner più svantaggiato. Il vettore italiano avrebbe gran bisogno dei collegamenti a lungo raggio – che ad agosto hanno visto segnare un +0,4% di passeggeri e un +2,5% di ricavi – e proverà a ottenere i voli da Roma per Boston e  New York, ma “Blue Skies” lo renderebbe marginale. Rischierebbe inoltre di saltare anche l'immunità Antitrust, con una revoca dai sei mesi a un anno e mezzo ai sensi della legge americana che impedisce le concentrazioni in settori come quello dei trasporti. Lo ha reso noto il Dipartimento dei trasporti degli Stati Uniti, pochi mesi dopo aver benedetto l'operazione.

Gli euberi

Altri capitolo mai indolore, quello dei tagli. La cassa integrazione dovrebbe essere estesa per altri sei mesi, per tutto il primo trimestre del prossimo anno, e corprire una platea di dipendenti superiore ai 740 preventivati, allargandosi fino a 1.080 tra piloti, assistenti e addetti ai servizi di terra. Lo riporta sempre il quotidiano torinese. Anche qui, la crisi di governo ha soltanto reso il nodo più difficile da sciogliere, con lo slittamento dell'incontro previsto tra i commissari e i rappresentanti dei lavoratori originariamente previsto per il 28 agosto scorso. Sui giornali di cifre ne sono girate parecchie. Il Corriere Economia scrive di una riduzione della flotta da 117 a un centinaio di velivoli e un taglio di voli da Napoli, Firenze e Pisa verso Roma Fiumicino. Nella sua lettera Battisti inoltre sottolinea che una “eventuale riallocazione dei possibili esuberi connessi all'operazione non è in alcun modo competenza di Newco o dei suoi potenziali soci, ma dovrà essere gestita dalle istituzioni e dalla procedura mediante strumenti di mitigazione sociale”.