IRAQ: 20 CIVILI MORTI NEI RAID USA A MOSUL. UCCISO CAPO JIHADISTA

Almeno 20 civili sono morti o sono rimasti feriti a Mosul – roccaforte Isis in Iraq – a causa di un bombardamento dell’aeronautica militare irachena e della coalizione internazionale a guida Usa contro i jihadisti del sedicente Califfato. Secondo il leader Peshmerga, Gayaz al Suryi, nel bombardamento hanno perso la vita anche sei miliziani jihadisti. Mosul, nota anche con il nome di Ninive, è caduta in mano ai miliziani nel giugno del 2014. I jihadisti hanno provveduto nelle settimane successive ad epurare la città da tutti i cristiani (scesi dai 50.000 del 2003 ai 3.000 del 2014), costretti ad abbandonare le proprie case dopo aver perso e visto sequestrati tutti i propri beni. A 35 km dalla città si trova la diga di Mosul: costruita negli anni ’80 del XX secolo, controlla l’irrigazione dell’intero Governatorato e, per tale motivo, è considerata di importanza strategica per l’intero Stato.

Tra i miliziani morti, secondo fonti curde, è perito il “responsabile degli omicidi” del Califfato nella pianura di Ninive. “In un raid aereo della coalizione internazionale contro l’Isis, è stato ucciso Abu Abdallah al Askary, responsabile della sezione omicidi della pianura di Ninive dell’organizzazione di Daesh assieme a diversi altri combattenti del gruppo terroristico”, ha detto, citato dalla tv satellitare curda, Said Momozeini, responsabile media del Partito Democratico del Kurdistan iracheno. Abu Abdullah al Askari, oltre a dare ordini, eseguiva direttamente gli omicidi. Secondo Momozeini, “interveniva direttamente nell’uccisione di civili nella sua zona di competenza e negli ultimi tempi ha personalmente ‘giustiziato’ degli abitanti che tentavano la fuga dalle zone controllate dall’Isis”.

La Missione di assistenza dell’Onu in Iraq (Unami) ha pubblicato i dati dei morti e dei feriti nel mese di luglio. In tutto, il mese scorso 759 iracheni sono rimasti uccisi e 1.207 feriti in atti di terrorismo, violenza e conflitti armati, precisando che le vittime civili sono 629, e i feriti civili 1.061. L’Unami sottolinea anche che il numero totale dei morti nel Paese da inizio anno è salito a 5.667 persone.