Lavagna, in migliaia ai funerali del 16enne suicida. La mamma ai giovani: “Cercate lo straordinario”

Migliaia di persone hanno presenziato, nel pomeriggio del 15 febbraio, ai funerali del sedicenne di Lavagna che, due giorni prima, si era suicidato gettandosi dal balcone della sua abitazione, davanti agli occhi della madre e di alcuni agenti della Guardia di finanza, i quali stavano effettuando un controllo, dopo averlo trovato in possesso di alcuni grammi di stupefacenti. Amici e parenti hanno affollato la chiesa di Santo Stefano, nella quale si è svolta la celebrazione, e le zone adiacenti, riunendosi attorno alla famiglia del giovane, il cui tragico gesto ha suscitato il cordoglio e lo stupore dell’intera cittadina ligure: “La domanda che risuona dentro di noi e immagino dentro molti di voi è: perché è successo? – ha detto la mamma del ragazzo, Antonella, prendendo la parola in una chiesa colma di persone -. Arrovellandoci sul perché, ci siamo resi conto che non facevamo altro che alimentare uno stato d’animo legato alla sua morte senza possibilità di una via d’uscita. Allora abbiamo capito che forse la domanda da porsi in questa situazione è piuttosto: come possiamo aiutarci?”.

“Chiedete aiuto”

Mentre all’esterno del principale edificio religioso di Lavagna, dove si era via via radunata un’enorme folla, campeggiava uno striscione riportante la scritta “Nessuno muore sulla terra finché vive nel cuore di chi resta”, la madre del 16enne si è rivolta ai giovani presenti, esortandoli a credere nel valore del dialogo in famiglia: “Vi vogliono far credere che fumare una canna è normale, che faticare a parlarsi è normale, che andare sempre oltre è normale. Qualcuno vuol soffocarvi… Diventate protagonisti della vostra vita e cercate lo straordinario. Straordinario è mettere giù il cellulare e parlarvi occhi negli occhi… è chiedersi aiuto proprio quando ci sembra che non ci sia via di uscita… Per mio figlio è troppo tardi ma potrebbe non esserlo per molti di voi, fatelo”. Poi, un pensiero rivolto ai genitori: “Noi genitori invece di capire che la sfida educativa non si vince da soli nell’intimità delle nostre famiglie, soprattutto quando questa diventa una confidenza per difendere una facciata, non c’è vergogna se non nel silenzio: uniamoci facciamo rete”. Ma, nelle parole della donna, c’è stato spazio anche per un ringraziamento agli agenti della Guardia di Finanza, i quali hanno presenziato in borghese: “Grazie per avere ascoltato un urlo di disperazione di una madre che non poteva accettare di avere suo figlio perdersi ed ha provato con ogni mezzo di combattere la guerra contro la dipendenza prima che fosse troppo tardi”.

Il parroco: “Parlate di voi”

Infine un pensiero per suo figlio: “Perdonami per non essere stata capace di colmare quel vuoto che ti portavi dentro da lontano… Fai buon viaggio piccolo mio”. Anche il parroco, don Andrea Buffoli, ha indirizzato le sue parole ai giovani: “Parlate di voi e della vostra vita, perché vuol dire farsi volere bene ed essere accolti… Voi qui testimoniate il bene che gli avete dato e che da lui avete ricevuto. Questo amore va custodito”. Il feretro del ragazzo è stato poi accompagnato all’esterno della Basilica dove, a salutarlo, si era ormai formata una marea umana: una maglia della Virtus Entella, con il suo numero 15, ha ricoperto la bara che, scortata dall’affetto e dal dolore dei partecipanti, si è allontanata tra la gente di Lavagna.

 

Foto: Skytg24