Il card. Matteo Zuppi a Pechino fino al 15 settembre

A dispetto della mancanza di relazioni bilaterali formali tra Pechino e la Santa Sede, il cardinale Zuppi vedrà Li Hui, l'inviato speciale della Cina per gli affari eurasiatici

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Il cardinale Zuppi a Mosca. Foto ©Vatican Media

Il card. Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza episcopale italiana, accompagnato da un officiale della Segreteria di Stato, si è recato a Pechino in Cina quale inviato del Santo Padre Francesco. Resterà fino al 15 settembre.

La visita costituisce “un’ulteriore tappa della missione voluta dal Papa per sostenere iniziative umanitarie e la ricerca di percorsi che possano condurre ad una pace giusta”, rende noto la Sala Stampa della Santa Sede.

Cina, card.Zuppi vedrà inviato speciale su Ucraina Li Hui

Il cardinale Matteo Zuppi, inviato speciale di Papa Francesco per l’Ucraina, “sarà presto in Cina e Li Hui, rappresentante speciale del governo cinese per gli affari eurasiatici, lo incontrerà”. E’ quanto ha detto la portavoce del ministero degli Esteri cinese Nao Ning, nel corso del briefing quotidiano, in merito alla missione di Zuppi. “Sulla questione ucraina, la Cina è sempre impegnata a promuovere la pace e i colloqui, ed è disposta a collaborare con tutte le parti per continuare a svolgere un ruolo costruttivo nel promuovere l’allentamento e il raffreddamento della situazione”.

A dispetto della mancanza di relazioni bilaterali formali tra Pechino e la Santa Sede, il cardinale Zuppi vedrà Li Hui, l’inviato speciale della Cina per gli affari eurasiatici. “Sulla questione dell’Ucraina, la Cina è sempre stata impegnata a promuovere i colloqui di pace – ha osservato Mao -. Siamo pronti a lavorare con tutte le parti e a continuare a svolgere un ruolo costruttivo nel promuovere la riduzione della tensione e il raffreddamento della situazione”. Da quando le forze russe hanno invaso l’Ucraina a febbraio 2022, Pechino ha rivendicato una ‘neutralità’ sulla vicenda, astenendosi dal condannare Mosca e fornendo copertura diplomatica, a partire dalle votazioni all’Onu.

La posizione ufficiale del Dragone, contenuta anche nei 12 punti di documento sulla crisi varato lo scorso febbraio, è di arrivare a un cessate il fuoco e a una soluzione politica alla crisi. Zuppi, in Cina da oggi a venerdì, ha visitato Kiev e Mosca a giugno e poi Washington a luglio come parte dei tentativi della Santa Sede di portare Ucraina e Russia al tavolo delle trattative. Ospitare un inviato papale di alto livello è una mossa significativa, considerati i buoni legami di Pechino con la Santa Sede. Il Vaticano, per altro verso, ha relazioni bilaterali con Taiwan, ed è l’unico stato in Europa a riconoscere Taipei che la Cina considera parte integrante del suo territorio da riunificare anche con la forza, se necessario. I legami sino-vaticani hanno subito momenti di forti turbolenze anche a causa delle divergenze sulle nomine dei vescovi in Cina, dove è riconosciuta solo la Chiesta patriottica, sotto la supervisione del Partito comunista. Il Vaticano lamenta il fatto che Pechino abbia nominato più volte vescovi in via unilaterale, violando lo storico patto del 2018. Un ultimo episodio è avvenuto con il vescovo di Shanghai, a lungo vacante: la crisi è però rientrata. Il ministero degli Esteri cinese non ha fornito dettagli sul programma di Zuppi né ha detto se incontrerà altri alti funzionari cinesi. Allo stato, l’incontro ufficiale di più alto livello tra Cina e Vaticano è quello tra l’arcivescovo Paul Gallagher e il ministro degli Esteri cinese Wang Yi, avvenuto nel 2020 a margine di una conferenza sulla sicurezza a Monaco.

Fonte: Ansa