MASSACRO IN ETIOPIA: 140 CIVILI UCCISI DA GRUPPI ARMATI

Tigrai

Strage di civili in Etiopia, Stato situato nel corno d’Africa, dove più di 140 persone sono state uccise da gruppi armati in un attacco vicino al confine con il Sud Sudan. Lo riferisce il ministro delle Comunicazioni etiope, Getachew Reda. Reda ha aggiunto che gli aggressori, membri della tribù Murle, sono giunti dal Sud Sudan e hanno ucciso i numerosi civili, inclusi donne e bambini. Altri bimbi sarebbero invece stati rapiti e portati in Sud Sudan. Le forze etiopi hanno ucciso a loro volta 60 militanti e non si esclude possano ora oltrepassare il confine per dare la caccia agli aggressori superstiti.

L’emittente televisiva filo-governativa “Fbc”, citando fonti dell’Esercito, ha riferito che l’assalto è stato sferrato da ignoti “individui armati fino ai denti” contro Jakawa, un remoto villaggio nella regione di Gembela, nell’estremità occidentale dell’Etiopia. L’area è abitata tra le altre da due etnie di stirpe nilotica, i nuer e gli anuak, protagoniste negli ultimi anni di numerosi scontri di particolare violenza: entrambe dedite essenzialmente alla pastorizia, anche se la seconda è più stanziale, a causa della recente siccità sono entrate in competizione per il controllo delle terre destinate al bestiame.

Come denunciato dall’Oms (Organizzazione mondiale della sanità), l’Etiopia e la Somalia stanno vivendo la peggior siccità degli ultimi 30 anni, un danno alla pastorizia e all’agricoltura senza precedenti. “L’Etiopia sta affrontando uno dei più seri choc climatici della propria storia, con dieci milioni di persone a rischio di perdere raccolti e bestiame, oltre ad avere gravi carenze d’acqua e problemi di salute – ha spiegato Ahunna Eziakonwa-Onuchie, coordinatore della risposta siccità per l’Onu -. Stiamo lanciando una campagna per un aumento dei fondi che sia commisurato alla scala e alla gravità della crisi”.