Prince, a un anno dalla morte diffusi i risultati delle perquisizioni a Paisley Park: oltre 100 pillole nascoste

E’ trascorso ormai un anno dalla prematura morte di Prince Roger Nelson, meglio conosciuto come Prince, vera e propria leggenda della musica pop. Eppure, dopo 12 mesi di dubbi, continuano a emergere ulteriori elementi che, in qualche modo, tentano di chiarire le effettive cause della sua scomparsa, a soli 57 anni. Nello specifico, un eccessivo consumo di oppiacei che, secondo l’autopsia, il cantante avrebbe usato come antidolorifico, arrivandone ad assumere anche grosse quantità. Tra questi, particolarmente potente è soprattutto il fentanyl, per abuso del quale sarebbe arrivato in condizioni di overdose fatale. E, a conferma dei risultati dell’esame autoptico, sono arrivati anche i dettagli delle perquisizioni effettuate nella casa di Prince, stando alle quali nelle stanze della villa di Paisley park, nel Minneosta, sarebbero state trovate non meno di 100 pillole.

Gli oppiacei

Ovunque, dalle buste per le lettere al frigorifero, passando per bottigliette e altri contenitori, il musicista avrebbe riposto le pastiglie di antidolorifico le quali, in alcuni casi (stando al sito Tmz), sarebbero state prescritte a un suo alter-ego, il fittizio alias Peter Braverstrong, nome riportato sulla targa di una valigetta contenente alcuni farmaci ed utilizzata spesso da Prince durante i suoi viaggi. Alcune, invece, erano contenute nelle rispettive scatole, riportanti i nomi di noti marchi di case farmaceutiche. Stando a quanto emerso dalle perquisizioni, inoltre, le sostanze contenute in diverse pasticche si costituivano di una combinazione di acetaminofene (o paracetamolo) e idrocodone (un antidolorifico oppiaceo) anche se, già in passato, era emerso come le pillole contenessero anche il fentanyl, oppiaceo (come gli altri due) particolarmente potente, capace di creare elevata dipendenza poiché più forte della morfina (100 volte) e dell’eroina (circa 50).

Le prescrizioni

Secondo quanto emerso dai documenti stilati dopo le perquisizioni, oltre che da alcune dichiarazioni fatte nei mesi successivi alla morte, diversi di tali antidolorifici sarebbero stati prescritti a nome della sua guardia del corpo personale e amico, Kirk Johnson. Non è chiaro, però, se Johnson sapesse o meno dell’abuso di medicinali da parte di Prince anche se, nei mesi scorsi, aveva negato di esserne a conoscenza. Il giorno prima della morte del cantante, una prescrizione di Ossicodone fu fatta a suo nome. Gli inquirenti, i quali hanno ottenuto il permesso di accedere al computer personale del musicista (anche se i risultati di tale indagine non sono ancora stati diffusi), hanno spiegato come, in alcune circostanze, il medico Michael Todd Schulenberg utilizzasse il nome dell’amico per proteggere la privacy dell’artista.