Maria Grazia Trabalza: “Mattarella? Uno dei presidenti più amati e rispettati dal Paese”

L'intervista di Interris.it alla professoressa e quirinalista Maria Grazia Trabalza in occasione della rielezione del presidente della Repubblica Sergio Mattarella

Sergio Mattarella è il tredicesimo presidente della Repubblica. E’ stato eletto dopo otto scrutini con 759 voti: è il più votato dopo Sandro Pertini. Prima di lui solo il suo predecessore, Giorgio Napolitano aveva ricevuto il secondo mandato come Capo dello Stato.

La disponibilità dopo lo stallo

Se serve ci sono“. E’ quanto avrebbe detto Sergio Mattarella alle delegazioni dei capigruppo della Camera dei Deputati e del Senato che, nella giornata di ieri, sono saliti al Colle per chiedergli di accettare un secondo mandato. Poche parole, ma con un grande significato: il rispetto per le decisioni del Parlamento e il senso di responsabilità verso il suo Paese che a causa della pandemia sta attraversando un momento particolarmente delicato e quindi ha bisogno di massima stabilità, soprattutto sul piano istituzionale. Come poche sono state le parole con cui ha ringraziato i presidenti della Camera e del Senato, arrivati al Quirinale per la comunicazione del risultato delle elezioni. “Desidero ringraziare i parlamentari e i delegati delle Regioni per la fiducia espressa nei miei confronti. I giorni difficili trascorsi per l’elezione alla Presidenza della Repubblica nel corso della grave emergenza che stiamo tuttora attraversando, sul versante sanitario, su quello economico, su quello sociale, richiamano al senso di responsabilità e al rispetto delle decisioni del Parlamento – ha detto il presidente Mattarella -. Queste condizioni impongono di non sottrarsi ai doveri cui si è chiamati e, naturalmente, devono prevalere su altre considerazioni e su prospettive personali differenti, con l’impegno di interpretare le attese e le speranze dei nostri concittadini“.

L’intervista

Ma quali sono le sfide più delicate che dovrà affrontare? Come si configurerà il suo secondo mandato? Interris.it ne ha parlato con la professoressa Maria Grazia Trabalza, giornalistaquirinalista per Radio Rai, ha seguito tre presidenti della Repubblica, è docente presso l’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli e all’Istituto per la Formazione al giornalismo di Urbino.

Professoressa, cosa pensa di questa seconda elezione del presidente Sergio Mattarella? 

“Dal mio punto di vista personale, forse sarebbe dovuta essere questa la scelta fin dall’inizio, non per evitare una settimana di dibattiti e confronti, ma perché il Paese è ancora in un momento delicato. La fiducia degli italiani è riposta in maniera completa nella figura di Sergio Mattarella che è stato vicino a tutti, soprattutto nei momenti difficili. La soluzione ottimale, a mio avviso, era sin dall’inizio questa, ma è chiaro che i politici hanno voluto provare tutte le carte”.

Sergio Mattarella è il secondo presidente della Repubblica che viene eletto per un altro settennato, prima di lui solo Giorgio Napolitano. Nella Costituzione non c’è il veto per un secondo mandato, ma non è propriamente auspicato… 

“Dobbiamo prima di tutto ricordare che la nostra Costituzione è nata dopo un periodo difficile. La Costituzione è un punto di equilibrio su alcune scelte che i politici avrebbero fatto successivamente per evitare rischi. La possibilità di un secondo mandato implicito nella Costituzione avrebbe potuto portare a un presidente della Repubblica con troppo potere. Ecco perché nella Costituzione non è accennato tutto questo. Ma come lo stesso Mattarella ha ricordato più volte negli ultimi mesi, si è cercato successivamente di specificare che non ci dovrebbero essere secondi mandati. Questo significa che solo in caso di vera emergenza un presidente della Repubblica può essere rieletto”.

L’accordo per un Mattarella bis è arrivato dopo una settimana in cui i leader dei partiti non sono riusciti a trovare un accorso su un altro nome. Si è trattato di una strategia politica ben precisa, ovvero con l’obiettivo di rieleggere Mattarella, oppure dimostra il fallimento della politica italiana?

“In base al punto di vista con cui si osserva può essere considerata una previsione già messa sul tavolo, soprattutto dal centrosinistra, mentre il centrodestra si è esposto di più facendo dei nomi che poi sono stati bruciati dal voto. Sicuramente c’è stata la volontà delle forze politiche, probabilmente quelle di maggioranza, di chiedere a Mario Draghi la disponibilità di accettare un’eventuale elezione a capo dello Stato, cosa che avrebbe dato una continuità di intenti al Paese. Sicuramente una parte di colpe politiche ci sono, come se in questo momento in Italia potessero governare solamente Mattarella al Quirinale e Draghi a Palazzo Chigi. Però può essere anche una scelta meditata: questa scelta è avvenuta in poche ore, fino a ieri si pensava di convergere su una donna e prima della notte, sembra una volontà comune, ma poi non si è concretizzata”.

Sergio Mattarella, fin dalla prima votazione, ha ricevuto numerosi voti. Sembrerebbe che ci sia stata una spinta dal basso, dal popolo, che chiedeva la sua rielezione. Potrebbe essere un segno per cui l’Italia potrebbe essere pronta per una Repubblica Presidenziale?

“Questa è una forte volontà politica, soprattutto del centrodestra, ossia quella di portare fra la gente il voto decisivo per eleggere il presidente della Repubblica. Non dimentichiamo però che il voto popolare ha portato a forze politiche che nel tempo non si sono rivelate all’altezza del compito. I cittadini sono pronti a eleggere un capo dello Stato che rimarrà in carica per sette anni? Si tratta di un ruolo importante che non può essere messo in crisi da una volontà popolare. Non saprei, non sono sicura che gli italiani siano pronti per una Repubblica Presidenziale. Ci sono sicuramente delle condizioni, come quando si trova una figura come quella di Sergio Mattarella, inattaccabile, che ha dimostrato una vicinanza fortissima ai cittadini, soprattutto ai più deboli, ai fragili, alle donne. Un presidente così sensibile raccoglierebbe una volontà popolare fortissima e sarebbe una scelta giusta. Ma quanti ne possiamo trovare nella nostra storia?”.

Sin dall’inizio delle elezioni per eleggere il tredicesimo presidente della Repubblica italiana, è rimasto molto in disparte, si potrebbe dire ai margini della scena. Cosa ci fa capire questo atteggiamento della persona di Sergio Mattarella?

“Lui lo aveva detto già nel suo discorso pronunciato il giorno dell’insediamento e disse: io sono un arbitro, i giocatori sono i parlamentari, sono loro che devono guidare il Paese, io intervengo solo se c’è la necessità. Questo è lo spirito con cui il 3 febbraio 2015 ha iniziato il suo mandato e ancora oggi lo rappresenta. Ha fatto capire che non era attaccato al Quirinale, insomma che non voleva rimanere a tutti i costi. Ha lasciato che fossero i politici a scegliere il futuro. Questa è la figura di Sergio Mattarella che resterà nella storia come uno dei presidenti più amati e rispettati dal Paese”.

Quali saranno le sfide più ardue che incontrerà in questo suo secondo mandato?

“Sicuramente il superamento della pandemia e la verifica di quello che si sta facendo  in accordo con il governo Draghi per accelerare la vaccinazione di tutto il Paese in modo da poterlo ‘riaprire’, cosa che gradatamente si sta già facendo. A questo è legata la ripresa economica che si prevede in crescita. Dovrà far fronte a una crisi internazionale molto pericolosa, quella che vede contrapposte l’Ucraina e la Russia: l’Italia è a rischio perché dipendiamo dal gas russo e, qualora ci fossero delle sanzioni europee o della Nato nei confronti di Mosca, potremmo avere dei rischi di approvvigionamento. Queste sono le partite più delicate, ma non bisogna tralasciare la riforma elettorale, importante perché il prossimo parlamento, quello che sarà eletto nel 2023, dovrà avere delle regole chiare, perché con la riduzione del numero dei parlamentari ci dovrà confermare che tipo di scelta possono fare i cittadini. Poi c’è anche la riforma della giustizia. Tutti aspetti molto delicati e importanti che passano dal Quirinale”.

La sinergia istituzionale Mattarella-Draghi ha permesso all’Italia di crescere più del resto d’Europa nell’ultimo anno. Squadra che vince non si cambia?

“Certamente! Sicuramente la scelta di Mattarella di portare Draghi a Palazzo Chigi per la visibilità e capacità internazionale, non dimentichiamo che Draghi ha guidati insieme a Ciampi l’entrata dell’Italia nell’Euro ed è riuscito a salvare l’Euro durante la crisi del 2011-2012; è stato inoltre presidente della Banca centrale europea e il suo lavoro ha salvato dalla crisi molti Paesi europei. E’ chiaro che l’accordo fra i due è fortissimo per il bene dell’Italia proiettata nel quadro europeo”.

Quali sono ora gli altri passaggi che ci accompagneranno al Mattarella bis?

“Fino al 3 febbraio – data del giuramento del precedente mandato – lui è al Quirinale. Ci sarà un cerimoniale ben chiaro. Dovrà giurare sulla Costituzione nell’Aula della Camera con il Parlamento riunito e i grandi elettori, poi pronuncerà un discorso e dirà perché ha accettato questo secondo mandato. Quindi, come primo gesto ufficiale, andrà a rendere omaggio all’Altare della Patria e poi, scortato dai Corazzieri, a bordo della Flaminia 335 raggiungerà il Quirinale. Poi quanto lui vorrà restare… si vedrà. Il futuro è ancora da scrivere”.