Una corsa nel futuro

Ci sono imprese sportive che varcano la soglia della storia. Un piccolo passo per l’uomo, un grande passo per l’umanità: prestazioni atletiche sensazionali che spostano più in là la frontiera del possibile, raggiungendo vette ritenute proibitive. E’ il caso di Eliud Kipchoge che oggi è diventato l'uomo più veloce a correre una maratona. “Per agevolare la riuscita della missione è stata predisposta un'autovettura che proiettava sull'asfalto un raggio laser di colore verde, rifornimenti dedicati – sottolinea l’Agi – un seguito di tecnici in bicicletta dotati di computer sul manubrio e una precisa formazione di corsa del gruppo con continuo avvicendamento del pacemaker che doveva andare ad imporre il ritmo (2'50 a chilometro). “Mi sento molto bene, sono felicissimo” ha detto Kipchoge poco dopo aver tagliato il traguardo”. 

Tempo sensazionale

A Vienna ha fermato il cronometro in 1 ora 59 minuti e 40 secondi. Un tempo fenomenale che lo proietta per sempre nel mito dell’atletica leggera e dello sport in generale. “È caduto un muro: un uomo, per la prima volta, ha corso una maratona sotto le due ore – commenta la Gazzetta dello sport -. Il titolare dell’impresa è Eliud Kipchoge, 34enne keniano, prototipo perfetto. Non poteva che essere lui, campione olimpico e primatista del mondo in carica della specialità, a firmare questa pagina così suggestiva di storia dello sport”. Il tentativo, pensato nei minimi particolari, sebbene non ufficialmente omologabile, è avvenuto al parco Prater di Vienna, là dove era stato studiato che le condizioni sarebbero state ideali. “Al via, oltre a Kipchoge, ci sono altri sei atleti – riferisce la Gazzetta -. È il primo di diversi gruppi di lepri designate, tutti composti da nomi prestigiosi. Il percorso, con una fase di lancio, si dipana su un circuito di 9.6 chilometri, piatto come un biliardo e due soli curvoni, da ripetere quattro volte lungo l’Hauptallee, l’arteria che divide in due il polmone verde della capitale austriaca”. Eliud ha una canottiera bianca che svolazza fuori da pantaloncini neri da ciclista e manicotti lungo le braccia. Ai piedi l’ultimo modello (Next%) delle ZoomX Vaporfly, scarpe che regalerebbero un 4% in fatto di minor dispendio energetico. “Una prestazione atletica straordinaria, certo, anche grazie a una serie di elementi che hanno reso le condizioni per marcare il record assolutamente perfette – osserva l’Agi -. A partire da 41 'lepri' eccezionali e da un laser verde che gli facevano da guida”. La maratona, simbolo delle Olimpiadi moderne, si disputa sulla distanza di 42,195 chilometri. “È una gara lunga e faticosa che mette a dura prova non solo tutte le capacità fisiche, ma anche la forza di volontà e l’impegno a superare i propri limiti – sottolinea Treccani.it -. Negli ultimi anni si sono sviluppate le maratone di città e le cosiddette ultramaratone, su distanze molto più lunghe”

I fili di una memoria millenaria

La corsa lunga oltre 42 chilometri è chiamata “maratona” dal mito di Fidippide e della sua corsa: a tale racconto si ispirò Pierre de Coubertin; la distanza della maratona modernavenne stabilita e ufficializzata solo nel 1921, dopo essere stata adottata ai Giochi Olimpici della quarta Olimpiade (Londra, 1908). Secondo la tradizione, nel 490 avanti Cristo, l’esercito persiano, sbarcato sulla costa greca per una spedizione contro Atene, si attestò a Maratona. Gli Ateniesi mandarono il messaggero Fidippide a chiedere aiuto a Sparta. Fidippide, capace di percorrere le lunghe distanze più velocemente di un cavallo, coprì i 237 chilometri da Atene a Sparta in un giorno e mezzo. A Sparta gli risposero che erano disposti ad aiutare Atene ma non prima di dieci giorni. Fidippide allora tornò indietro con la stessa velocissima corsa per avvertire i generali ateniesi. Quando poi, con un’abile manovra, gli Ateniesi riuscirono a sconfiggere i Persiani, Fidippide si precipitò ad Atene per annunciare la vittoria ed evitare che, temendo la sconfitta, la città fosse bruciata. Giunse ad Atene stremato, dopo aver percorso complessivamente 500 chilometri circa in pochi giorni; prima di morire riuscì a dire “vittoria”. Un maratoneta etiope, Abebe Bikila, nel 1960 stupì il mondo partecipando scalzo alla maratona delle Olimpiadi di Roma. Realizzò la migliore prestazione mondiale e vinse l’oro, la prima medaglia olimpica di un paese africano.