Roma e Lazio, niente allungo: il derby è a reti bianche

Il posticipo della 36esima giornata si chiude con lo stesso risultato del match che l'aveva iniziata: dal derby di Roma esce fuori uno 0-0 poco utile sia alla Roma che alla Lazio, entrambe ora a +1 sull'Inter senza che a nessuna delle 2 riesca l'allungo forse decisivo per il terzo posto e per l'accesso alla prossima Champions League. Partita equilibrata e fisica quella dell'Olimpico, con i giallorossi fermati da due legni clamorosi (Peres e Dzeko) e i biancocelesti che rischiano di segnare un incredibile 1-0 con Marusic una manciata di minuti dopo l'espulsione di Radu. Alla fine, il pari è forse il risultato più giusto così come lo è stato per il big match pomeridiano fra Napoli e Milan, anch'esso concluso a reti bianche al termine di un confronto equilibrato e deciso da una super-parata di Donnarumma su Milik nel finale. Ne approfitta la Juventus che, con 3 reti alla Samp, allunga in modo sostanziale sui partenopei in classifica, mentre nelle zone basse fanno rumore il pari del Sassuolo contro il Benevento e il k.o. del Verona sul campo del Bologna.

Derby fisico

Decisamente importante questo derby post-Europa sia per la Roma, rinvigorita dall'incredibile successo settimanale sul Barcellona, sia per la Lazio, clamorosamente eliminata dal Salisburgo in Europa League. Decisivo perché, dopo il pari dell'Inter, entrambe hanno la possibilità di volare al terzo posto in solitaria e mettere una seria ipoteca su un posto alla prossima Champions. Di Francesco sceglie ancora la difesa a 3, riproponendo il tande offensivo Dzeko-Schick che tanto bene aveva fatto col Barça; Inzaghi si gioca la carta Felipe Anderson dall'inizio, con Lulic e Marusic a supportare Immobile sulle ali e a fare da pendolo per contenere le sgroppate di Peres e Kolarov sugli esterni. Assetti tattici che, per i primi 20', costringono le due squadre a un gioco di studio: ci prova Parolo con un destro fuori misura ma è soprattutto sul piano fisico che si gioca. Solo nel finale di tempo la Roma decide di alzare i ritmi e cercare la profondità con Nainggolan che, galleggiando sulla trequarti, trova l'imbucata per Peres che, in diagonale, centra un palo clamoroso. L'occasione capitale di un primo tempo che, per il resto, è risultato piuttosto avaro di occasioni. Nella ripresa i ritmi calano ma la Lazio appare più brillante e guadagna campo: Immobile, imbeccato con un tocco morbido, tenta la volée senza successo mentre Luis Alberto (subentrato ad Anderson) calcia a lato dal limite dell'area. Di Francesco si gioca la carta Under e l'ingresso del turco porta vivacità, un paio di conclusioni e anche il rosso per Radu (doppia ammonizione), dopo il quale Marusic avrebbe l'occasione della vita, cestinata però da pochi passi. Nel finale la Roma sale e rischia di passare tre volte in tre minuti: il protagonista è sempre Dzeko che prima trova di testa i guantoni di Strakosha, poi centra in pieno la traversa. L'ultimo tentativo del bosniaco è un destro secco dal limite finito di poco sul fondo con Milinkovic che, sulla sirena, tenta un tiro da centrocampo (fuori) sul quale cala il sipario della stracittadina capitolina.

Allungo in vetta

Cinica e spietata, la Juventus fa un sol boccone della Sampdoria e mette un pesante + 6 fra sé e il Napoli in classifica. Il 3-0 che liquida i blucerchiati è una prova di forza e determinazione che in molti si aspettavano dopo la beffa di Champions. E pensare che, dopo i primi 44', la partita aveva offerto ben poche emozioni: a spaccarla ci ha pensato Douglas Costa che, subentrato a Pjanic, trova subito un assist per la zampata di Mario Mandzukic che manda la Juve a riposo sull'1-0. Nella ripresa, il brasiliano sforna altri due servizi vincenti: il primo lo sfrutta il rientrate Howedes, alla prima in campionato dopo 5 mesi, mentre sul secondo si avventa Khedira per un tris che vale il probabile allungo-scudetto. Merito (o demerito) anche del Napoli che, nel pomeriggio, impatta sul solido Milan di Rino Gattuso ed esce dal Meazza con uno 0-0 del tutto inutile ai fini della classifica. I partenopei non sfondano il muro difensivo milanista pur collezionando, soprattutto nel secondo tempo, un paio di occasioni capitali: la prima la spreca Hamsik, servito al bacio da Insigne ma impreciso nella conclusione; la seconda è un rebus da risolvere per capire se sia Milik a divorarsi la rete o Donnarumma a eseguire una parata da urlo. In molti propendono per la seconda col polacco che, pescato completamente solo in area, calcia sul palo del portiere che si abbassa in modo fulmineo e toglie il pallone dalla porta, preservando lo 0-0 che fa morale in casa Milan e sconforta gli Azzurri, ora a – 6 dalla vetta.

Viola e Sassuolo, pari interni

Nessuna rete anche nel match del Franchi fra Fiorentina e Spal, disputato alle 12.30. Gli uomini di Semplici allestiscono un fortino per resistere agli assalti dei Viola, a caccia della settima vittoria consecutiva e, alla fine, l'abnegazione estense è premiata: i toscani si rendono veramente pericolosi solo nel finale, quando Biraghi calcia alto da buona posizione e Gil Dias trova i piedi di Meret al termine di un contropiede ben orchestrato. Spal che resta dunque in scia salvezza, considerando che il Sassuolo impatta sul Benevento e non riesce ad allungare verso la zona franca della classifica. I neroverdi vanno sotto con la rete ospite del solito Diabaté prima che Politano si scateni e metta a segno una splendida doppietta. Nel finale, però, il colosso maliano infila un'altra rete che vale il pari sannita e la seconda doppietta di fila per Diabaté. Per i neroverdi, invece, l'appuntamento col successo è rimandato ancora, così come l'atteso passo verso la salvezza. Decisamente nero anche il weekend dell'Hellas Verona, steso per 2-0 al Dall'Ara dal Bologna: i felsinei sbloccano il risultato con un gioiello su punizione di Verdi nella ripresa, prima che Nagy chiuda i conti al 93' col suo primo gol in Serie A. Per gli scaligeri è notte fonda anche se la linea di galleggiamento risulta incredibilmente ancora a tiro.