Roma e Inter: quando il mercato diventa un derby

Barella e Dzeko sono solo la punta dell'iceberg. Non passa estate, infatti, che l'asse fra Roma e Milano non venga fatto bollire e non certo per il caldo che (almeno di stagione) caratterizza i due mesi di trattative del calciomercato. Sugli intrighi fra Roma e Inter c'è quasi una letteratura: grandi colpi e bidoni, trattative contestate e cessioni mai andate giù alla tifoseria di turno (che fosse quella giallorossa o nerazzurra). Una linea retta che torna a galla praticamente in ogni sessione di mercato, in cui almeno una trattativa (a fronte delle innumerevoli voci) viene intavolata. Non c'è da stupirsi, quindi, delle vicissitudini legate all'affare Barella e nemmeno del tira e molla che sta accompagnando la vicenda Dzeko: Roma e Inter in fase di mercato sono abituate a darsele (e anche a prenderle), costringendo i tifosi più appassionati a farsi due conti su quante e quali siano state le “risse” di calciomercato che hanno arricchito le pause estive tra una Serie A e l'altra.

Le origini

Non ci sarebbe bisogno di andare troppo lontano nel tempo, vista l'abbondanza delle trattative intavolate negli ultimi due decenni, ma la tentazione di tornare per un momento agli anni 60-70 è abbastanza forte. Pensando a quegli anni vengono in mente un paio di nomi della Grande Inter che, per un breve lasso di tempo, decisero di provare l'esperienza capitolina, in un periodo in cui dalle parti della Capitale i successi scarseggivano: nel 1968, il tecnico Helenio Herrera veniva da una stagione di trionfi con i nerazzurri, tanti da sentirsi forse appagato e decidere di accettare la sfida di sedere sulla panchina della Roma, che per lui aveva messo sul piatto un'offerta non indifferente per l'epoca. In giallorosso il Mago raccolse appena una Coppa Italia e un Trofeo Anglo-italiano, decisamente poco per uno col suo curriculum, nonostante le quattro stagioni a disposizione. Una parentesi che chiuse per tornare all'Inter (senza grandi risultati), come fece qualche anno prima il brasiliano Jair, ala di talento e protagonista dell'Inter campione di tutto, che nella Capitale visse un solo anno ('67-'68) senza lasciare grandi ricordi.

Colpi fatti e mancati

Dopo anni di sostanziale calma, è a partire dagli anni Novanta che le relazioni di mercato fra Appiano e Trigoria iniziano a passare dal trotto alla corsa. Una scommessa importante la Roma la fece nel 1995, quando il mercato di riparazione era ancora a novembre e quando la dirigenza capitolina decise di sacrificare la punta Marco Branca (all'epoca considerato una garanzia) per puntare sul giovane Marco Delvecchio. Un affare che alla Pinetina accettarono di buon grado senza forse sapere che, di lì a qualche anno, l'attaccante milanese sarebbe diventato uno dei giocatori di riferimento della Roma e anche della nazionale italiana (con tanto di gol in finale a Euro 2000), mentre Marco Branca avrebbe di lì a poco concluso la carriera da calciatore (senza grossi acuti in nerazzurro, tolta la prima stagione) iniziandone comunque una da dirigente che lo porterà al ruolo di ds proprio dell'Inter. In sostanza, a conti fatti l'affare lo fece la Roma. Ancora una volta in realtà visto che, un anno prima, pare che la società si rifiutò di concretizzare lo scambio tra il centrale brasiliano Aldair (colonna giallorossa per tredici stagioni) e il pariruolo Gianluca Festa, reduce da una discreta stagione in prestito (proprio dall'Inter) in giallorosso ma, per quanto di buon valore, non esattamente al livello del fuoriclasse della Seleçao. Per restare agli anni Novanta, decisamente più semplice fu il passaggio da Roma a Milano del centrocampista Luigi Di Biagio, che chiuse la sua esperienza romanista giusto un paio d'anni prima del terzo scudetto, per poi farsene sfuggire uno con l'Inter in modo clamoroso nella funesta giornata all'Olimpico del 5 maggio 2002. A Roma ci arrivò, di rimando, il centrale Cristiano Zanetti, che invece il tricolore lo vinse, dando poi vita al lungo tira e molla, due anni dopo, per la possibile permanenza a Roma. Che non si concretizzò.

Gli anni Duemila

A proposito della Roma campione d'Italia, più un trasferimento di colore che un vero e proprio affare fu il passaggio di Gabriel Batistuta, eroe del trionfo capitolino, alla corte dell'Inter di Cuper, dove l'argentino lascerà tutt'altro che il segno. Le questioni davvero complicate saranno altre e si concretizzeranno più o meno tutte verso gli anni duemiladieci: noto, nell'estate 2005, il pressing della Roma per il cileno Pizarro, play dell'Udinese che Spalletti avrebbe tanto voluto con sé fin dalla sua prima stagione capitolina. Il Pek accetta però la corte di Mancini, va all'Inter, i tifosi giallorossi si infuriano ma iniziano a sperare quando il regista sudamericano palesa problemi di ambientamento a Milano. Il passaggio in giallorosso è di fatto solo rimandato: Pizarro approda a Roma nel 2006, diventando in breve un elemento insostituibile dell'undici spallettiano. Un'estate dopo, però, l'occhio nerazzurro si concentra su Cristian Chivu che, nonostante gli appelli della tifoseria, decide di trasferirsi all'Inter proprio nei giorni delle celebrazioni per l'ottantesimo compleanno giallorosso. Più o meno le stesse circostanze che, nell'estate 2008, accompagnarono l'affare Amantino Mancini, esterno chiave della Roma di Spalletti e oggetto del desiderio della prima Inter di José Mourinho. Una corte che i tifosi giallorossi non apprezzarono, ancor meno per l'accondiscendenza del brasiliano (erano gli anni della contesa del primato italiano fra le due squadre) che, però, all'Inter iniziò di fatto la fase calante della sua carriera.

I colpi di oggi

Finita qui? Nemmeno per idea. Nell'estate 2009, una Roma in emergenza effettua un unico acquisto di spessore: il difensore Nicolas Burdisso, che passa alla corte di Claudio Ranieri senza forse aspettarsi di vivere una stagione come quella. I giallorossi volano in campionato, sfiorano addirittura lo scudetto e Burdisso è uno dei migliori. La Roma lo vorrebbe a titolo definitivo ma l'Inter tira sul prezzo, prolungando la trattativa per tutta l'estate, facendo indispettire la dirigenza giallorossa (che arriva addirittura ad acquistare il fratello Giullermo) e la tifoseria. Niente di strano che, dopo alcuni anni di relativa calma, la cessione in nerazzurro di un idolo della piazza come Radja Nainggolan abbia fatto storcere il naso ai romanisti. Vero, a posteriori forse ci ha guadagnato la Roma con l'nivestimento fatto sul giovane Nicolò Zaniolo (cessione malvista dai tifosi nerazzurri). Ma è anche vero che quel doppio colpo ha reso tutti più prudenti: l'Inter, che rifiuta di inserire giovani nell'affare Dzeko, e la Roma stessa, che non si smuove dalle sue posizioni e fa concorrenza sul giovane Barella. Dispetti o semplice rivalità? Considerando i precedenti, una risposta tutt'altro che semplice…