Roma, colata a picco: la Samp passa all'Olimpico

Ora è ufficialmente in crisi la Roma di Eusebio Di Francesco, parente sideralmente lontana, in un ideale albero genealogico, da quella vista fino a novembre. Il match casalingo contro la Sampdoria, ghiottissima occasione per rosicchiare punti a Inter e Lazio (rispettivamente bloccata e sconfitta da Spal e Milan), si trasforma in un film horror: primo tempo da barrare con una “x” rossa, tra dominio assoluto degli ospiti e il rigore fallito da Florenzi; seconda frazione più di inerzia che di tecnica, qualche buona opportunità, un paio di interventi di Viviano e l'immancabile gol-beffa a 10' dalla fine nell'unico tiro in porta dei doriani nella ripresa. Ai giallorossi, al momento, manca tutto: idee, giocate, a larghi tratti grinta ma, soprattutto, il gol. Solo 5 le reti segnate nelle ultime 7 giornate, mentre in ognuna di queste ne è stata subita almeno una nonostante un Alisson che, oggi per l'ennesima volta, ha dato prova di essere un vero fuoriclasse. Il naufragio interno con la Samp lascia i giallorossi a – 3 dal quarto posto e in un'impasse tattica e psicologica dalla quale uscire sembra davvero complicato.

Dominio Samp

Il pari dell'Inter con la Spal e la caduta della Lazio contro il Milan offrono alla Roma una possibilità quasi unica per rifiondarsi nella corsa all'ultima casella in graduatoria per la futura Champions League. Eppure, nonostante l'accesso all'Europa che conta rappresenti un obiettivo imprescindibile (non che l'unico a sembrare fattibile in questa stagione), l'approccio alla gara degli uomini di Di Francesco è pressoché disastroso. Privo di Schick, infortunato, il tecnico dà nuovamente fiducia al turco Under e sceglie ancora Strootman in cabina di regia, affiancato da Nainggolan e Pellegrini: una scelta che non paga poiché, per tutti i primi 45', la Samp fa il bello e il cattivo tempo sulla trequarti, collezionando angoli a ripetizione (ben 10 in poco più di mezz'ora) e approfittando di una Roma in difficoltà persino nell'orchestrare una ripartenza o un disimpegno. A tenere in piedi i padroni di casa è Alisson, fenomenale su una conclusione volante di Barreto e a smanacciare in angolo un beffardo tirocross di Ramirez. I doriani si muovono con precisione meccanica, Zapata e Caprari (preferito a Quagliarella, non al meglio) incrociano spesso e volentieri mandando in seria difficoltà l'accoppiata Jesus-Manolas: al colombiano capita una grandissima occasione in area, ma il suo sinistro strozzato finisce sul fondo; il giovane ex tenta il piazzato a giro, sfiorando l'incrocio dei pali. Per vedere tracce di Roma bisogna attendere il finale di tempo, quando una delle rare discese sulla fascia produce il calcio di rigore ottenuto da Under per fallo di mano di Bereszynski: dal dischetto, tuttavia, Florenzi calcia senza troppa convinzione a mezza altezza, concedendo a Viviano la parata plastica in angolo; l'estremo difensore si ripete, qualche minuto dopo, su El Shaarawy sventando di piede un diagonale dalla destra, mentre Alisson è addirittura miracoloso con un doppio intervento su Caprari, lanciato in contropiede.

Zapata piazza il colpo

Nella ripresa la Roma inizia con un altro piglio: Under, fra i più positivi, chiama Viviano all'intervento di faccia su una conclusione a botta sicura, mentre il gioco giallorosso inizia man mano a salire d'intensità grazie al rinnovato contributo delle corsie esterne. In una di queste manovre è ancora l'estremo difensore blucerchiato a dire di no, respingendo un tap-in dagli 11 metri di Pellegrini su invito dalla destra di El Shaarawy. Poi, però, Di Francesco sceglie di sostituire sia il numero 7 che il turco, affidando a Defrel e Perotti il compito di assistere Dzeko e il Faraone. Gli equilibri, soprattutto con Pellegrini fuori causa, iniziano a vacillare, il gioco mostrato a inizio tempo si spegne lentamente insieme a tutta la squadra e gli ospiti ne approfittano per piazzare il colpo: Murru affonda sulla sinistra, mette in mezzo un pallone teso sul quale Zapata si fionda, approfittando dell'immobilità di Juan Jesus. E' il colpo del k.o.: la Roma non accenna nemmeno alla reazione, se non in modo confusionario, incassando una sconfitta che si traduce nella bordata di fischi dell'Olimpico. La squadra ammirata a inizio anno non c'è più e l'aria è ormai quella della contestazione: il sipario si chiude con la Sud che chiama i calciatori al confronto, inutilmente.