Ragazze e ragazzi: l'Italia azzurra ora sorride

E'rientrata in serata a Torino la Nazionale Italiana dopo il 3-0 alla Grecia, con un volo carico di entusiasmo ed ottimismo. Già, perché una nazionale così non si era mai vista. All'Olimpico di Atene l'Italia ha maramaldeggiato contro i padroni di casa che pure erano annunciati in grande spolvero. Pressing alto, avversari aggrediti dalla prima giocata con un atteggiamento offensivo. Una Nazionale tosta, tre partite, altrettante vittorie, undici gol fatti, nessuno subito. Ma se la difesa non prende gol è perché la palla ce l'ha sempre l'Italia. “Non dobbiamo pensare ad una battuta a vuoto o avere paura di perdere. Noi siamo l'Italia e dobbiamo andare in campo sempre per vincere”, il monito di Roberto Mancini. Seguito alla lettera. Ed ha perfettamente ragione perché tenere la palla riduce le possibilità avversarie di farti male. Una squadra solida, compatta nei reparti, che gioca stretta. La fase offensiva è tornata a brillare anche se manca un vero centravanti. Gli esperimenti di Mancini continuano ma è innegabile che una prima punta spregiudicata serva come il pane.

Interpreti azzeccati

Ma questa Italia cresce bene e le soluzioni non mancano. Persino il falso nove. Ancor meglio dietro dove non passa una mosca. In mezzo c'è il capolavoro, quello di un centrocampo che pochi possono vantare. Jorginho e Verratti sono forti delle esperienze all'estero, Barella cresce di uscita in uscita. Ma quello che conta, al di là del risultato, è la nuova mentalità inculcata da Mancini. L'Italia è meno italiana di quanto dica il nome, va in campo per giocare a calcio, senza mai speculare con una media di possesso palla intorno al 70% che dice tutto. Poi ci sono gli interpreti e Mancini sembra un Re Mida, capace di trasformare in oro quello che tocca, o meglio, mette in campo. Insigne non era neppure stato calcolato et voilà, eccolo titolare. E che prestazione, sontuosa condita da un gol da fermo alla sua maniera, che fa tanto morale per lo scugnizzo dopo un'annata non propriamente brillante al Napoli. Si fa male Biraghi, che oggi ha salutato il gruppo e domani sarà sottoposto ad accertamenti, ed ecco Emerson Palmieri. L'ex Roma, quello che ha faticato al Chelsea. Palla sempre tra i piedi, in velocità sulla sinistra sembrava un frecciarossa, tanto era imprendibile. Lui e Insigne hanno fatto cose deliziose, da far stropicciare gli occhi. E dietro una nouvelle vague pazzesca, Pellegrini, Sensi, lo stesso Bernardeschi, Kean, Cristante e Quagliarella, tutti ormai con lo stesso marchio di fabbrica.

Verso la Bosnia

Martedì c'è la Bosnia di Dzeko e Pjanic a Torino, scottata dalla sconfitta in Finlandia e quasi all'ultima spiaggia. Per l'Italia l'occasione per chiudere il conto e mettere quasi al sicuro la qualificazione a Euro 2020 che è l'obiettivo di Mancini che però inizia a strizzare l'occhio al prossimo mondiale. Intanto ha ricreato l'entusiasmo, e ci voleva dopo la mazzata mondiale di Russia. E le parole di Verratti sono un segno premonitore. “Con questa squadra e con questa mentalità, avremmo vinto lo spareggio e saremmo andati al mondiale”. Ma inutile guardarsi alle spalle. Non lo farà mai Mancini che guarda solo avanti con la forza delle sue idee. Certo, serviranno test più probanti, ma l'Italia è sulla strada giusta. Ed è già una buona notizia. Martedì a Torino Mancini cambierà qualcosa, ad altri farà fare gli straordinari prima delle vacanze. Si va verso il tutto esaurito. Finora emerssi 23500 biglietti su una capienza che è stata ridotta a 33mila posti. Oltre al settore ospiti, tutta la nord 1° anello è stata destinata ai tifosi bosniaci. Resteranno chiusi: la tribuna nord 2° anello ed i settori 213, 214 e 111 della est laterale nord. E sarà comunque un bagno di folla azzurro perché l'entusiasmo è figlio dei risultati. E questa nazionale sa come fare per far innamorare la sua gente.

Il Mondiale delle ragazze

Sorrisi azzurri che, dopo il trionfo in Grecia, arrivano anche dalla Francia: le ragazze della ct Milena Bertolini fanno bottino pieno alla prima uscita del Mondiale femminile, salutando con una bella vittoria sull'Australia (2-1) il ritorno alla rassegna iridata dopo addirittura 20 anni di assenza. Un successo maturato in rimonta, dopo la rete iniziale di Samantha Kerr e la splendida doppietta di Barbara Bonansea, capace di pareggiare i conti e di segnare il gol-sorpasso sul gong di un match infinito. E avrebbe addirittura potuto mettere a referto una tripletta la punta juventina, se la bandierina del fuorigioco non avesse sventolato sulla sua conclusione, così come su quella di Sabatino. Conto delle reti annullate a discapito dell'Italia, visto che l'Australia si ferma a una. Alla fine sono le azzurre a sorridere, ed è un bellissimo sorriso.