Pallone d'oro, il poker dei favoriti

Non dovrebbero esserci sorprese a Parigi: la cosra al Pallone d'oro dovrebbe risolversi fra il carnet di nomi che, oltre ai soliti Cristiano Ronaldo e Lionel Messi, conterrà la mina vagante di uno dei Reds campioni d'Europa. Mohamed Salah forse, o più probabilmente Virgil Van Dijk, leader della difesa e primo calciatore del reparto arretrato a essere seriamente in corsa per il titolo dopo diversi anni. L'ultimo difensore a vincere il premio, per intenderci, fu Fabio Cannavaro nel 2006, e gli servì vincere un Mondiale da protagonista. La stessa cosa la fece Manuel Neuer, portiere titolare della Germania campione del mondo e terzo classificato nel 2014 dietro la coppia d'assi di Real (allora) e Barcellona. Rispetto al suo illustre predecessore italiano, il centrale olandese deve “accontentarsi” dell'ultima Champions League vinta col Liverpool e corollata dall'incredibile record di averla conquistata praticamente senza mai perdere un contrasto. Qualcosa che forse non ruba l'occhio ma che, a lungo andare, viene (giustamente) inquadrata fra le motivazioni che hanno consentito ai Reds di aggiudicarsi il trofeo continentale. Non sarebbe niente di immeritato, quindi, se Van Dijk dovesse vincere il Pallone d'oro, restituendo lustro a una categoria che, negli ultimi anni, ha visto incrementare sensibilmente gli investimenti in termini di milioni spesi, con lo stesso Virgil a inaugurare (84 milioni di euro sborsati dal Liverpool al Southampton) la stagione dei difensori ultra-pagati.

Parametri di giudizio

Resta da capire quale sarà il metro di giudizio, in realtà da sempre il dubbio amletico di fondo tra il premiare le prestazioni o i risultati conseguiti. In questo senso, i due Reds avrebbero una marcia in più visto che a una stagione individualmente esaltante hanno aggiunto la Champions da protagonisti. D'altronde, Messi ha dalla sua 46 gol complessivi nel periodo preso in considerazione (da gennaio a dicembre 2019) della stagione con la maglia del Barça e l'accoppiata Liga-Supercoppa, mentre CR7 non ha brillato come al solito in termini realizzativi ma ha portato a casa Scudetto, Supercoppa italiana e Nations League con il Portogallo. E, perché no, con la quota di 99 reti in nazionale appena raggiunta. Numeri che forse spostano verso di lui l'ago della bilancia ma che, comunque, potrebbero non bastare a soppiantare il desiderio di dare continuità al premio ottenuto lo scorso anno da Luka Modric (stavolta nemmeno fra i trenta finalisti), ossia spezzando l'egemonia della coppia Messi-CR7 per valorizzare altri calciatori altrettanto decisivi per le sorti della loro squadra.

Nessun outsider

Difficile possa esserci spazio per qualche outsider, perché nonostante la bellissima stagione disputata da gente come Sadio Mané, Son, Alisson o Griezmann, la sensazione è che la scelta si ridurrà a uno fra CR7, Messi o Van Dijk, al massimo Salah. Ci sarebbe Mbappé, una trentina di reti col Psg ma lui, come altri prima di lui, potrebbe pagare il coefficiente più basso della Ligue 1 rispetto a campionati come la Liga, la Serie A o la Premier League. Di sicuro lui, a 21 anni e con un Mondiale da protagonista già in bacheca, di tempo per vincerlo ne avrà.