Milan, esonerato Montella: c'è Gattuso

Non è stato certamente il pareggio a reti bianche contro il Toro a costare il posto a Vincenzo Montella: l'allenatore partenopeo è stato esonerato dalla dirigenza del Milan, chiudendo anzitempo la sua parentesi rossonera a fronte di un'annata fin qui deludente, per risultati e prestazioni. Fatali i fischi di San Siro, arrivati copiosi dopo il pari con i granata e, più in generale, una costante di questo inizio di stagione. A discolpa del tecnico, le oggettive difficoltà legate all'organizzazione di una squadra che ha cambiato quasi totalmente i suoi 11 titolari. Una scusante che, però, a distanza di quattro mesi dall'inizio del campionato e dopo un girone di Europa League vinto con qualche delusione di troppo, non è bastata a Montella per guadagnarsi quell'attestato di stima già da tempo venuto meno.

Montella e il Milan

Sulla panchina del Milan si siederà Gattuso. L'ex centrocampista rossonero, dopo alcune deludenti avventure alla guida del Sion, del Palermo e del Pisa, stava allenando la primavera dei milanesi. Certamente, una scelta che arriva in modo un po' inatteso: Montella, pur a fronte di un difficile inizio di stagione, arrivava da un pareggio più frutto di sfortuna che di poca applicazione degli effettivi, pagando probabilmente il fatto di non aver ancora conferito alla sua squadra una vera e propria identità di gioco. Il tecnico di Pomigliano d'arco chiude la sua esperienza all'ombra del Duomo con uno score di 64 partite, ripartite in 32 vittorie, 14 pareggi e 18 sconfitte fra campionato e coppe. Numeri non proprio da buttare via, considerando la fase di transizione che il Milan sta attraversando: lo scorso anno, i rossoneri avevano chiuso il campionato al sesto posto, soffiando ai rivali dell'Inter l'ultima casella disponibile per l'Europa League e conquistando la Supercoppa italiana ai danni della Juventus, a Doha.

Numeri in calo

Decisamente peggiore l'avvio dell'annata 2017-2018: sei sconfitte in campionato, lo stesso numero delle vittorie. Sempre k.o. con le big della Serie A (Lazio, Roma, Napoli, Inter e Juventus) e ben 11 punti di distanza dal quarto posto, utile per i preliminari di Champions League. Dati che, assieme al malcontento della tifoseria, hanno spinto la dirigenza rossonera a optare per i saluti e ad affidare il timone del comando a Gattuso: il terzo ex grande milanista in pochissimi anni (dopo Seedorf e Inzaghi) a sedersi su quella che, al momento, è una delle panchine più delicate della Serie A.