Italia dieci bellezze, l'Armenia è annientata: 9-1

Semplicemente Italia. Da dieci e lode, dieci quante sono le partite vinte dagli azzurri nel girone di qualificazione, con l'Italia che ha chiuso a punteggio pieno. Inimmaginabile appena un anno fa quando ha iniziato l'avventura. Travolta a Palermo anche l'Armenia.

Bellezza Italia

Merito indiscusso di Roberto Mancini, il ct dalle idee innovative e chiare, quello che più di ogni altro tecnico, ha dato l'impressione di poter vincere all'estero. Certezze materializzate in un girone per niente difficile, si dirà, ma di facile nel calcio c'è nulla. E l'Italia ha reso tutto più facile: bel gioco, squadra cresciuta lentamente, partita dopo partita, per esplodere col passare dei minuti che hanno scandito una qualità di gioco straordinaria. Giovani rampanti, ma anche belli e divertenti. Come il gioco azzurro, fatto di pressing alto, di possesso palla mai banale. Niente tiki taka, ma verticalizzazioni e accelerate continue. Questa l'Italia di Mancini che si è presa il primo posto a punteggio pieno e la testa di serie per il sorteggio del 30 novembre a Bucarest quando andremo a scoprire le tre avversarie che a Roma diranno quali potranno essere le nostre ambizioni. Serviranno test probanti, ma se il buongiorno si vede dal mattino, allora buongiorno Italia. Devastante anche contro l'Armenia. Jorginho e Barella in mezzo sono bellezza da vedere per gli occhi di chi ama il calcio, Tonali cresce e pure bene, e con Verratti ancora out, è un centrocampo da favola. Davanti a Palermo, Mancini ha lanciato un tridente nuovo: Zaniolo, Chiesa e Immobile che ha risposto presente, illuminando con giocate d'altra classe il barbera. Dietro la concretezza non ci fa difetto.

Il match

E così l'Italia vola verso Bucarest con in dote la certezza di un gioco che non si vedeva da una vita. Finisce al Barbera 9-1, firmato dalle doppiette “capitali” di Ciro Immobile e Nicolò Zaniolo e dai personali di Barella, Romagnoli, Jorginho, Orsolini e Chiesa, mentre per l'Armenia va a segno nel finale Babayan. Non c'è mai stata partita, solo un brivido iniziale targato Armenia, un flash, un lampo prima del tornado azzurro che ha sciorinato calcio champagne, triangolazione veloci e penetrazioni fulminee che hanno mandato in affanno la retroguardia armena. La sblocca Immobile di testa, Zaniolo concede il bis sessanta secondi dopo. Prima dell'intervallo fissano il punteggio sul 4-0 Barella e ancora Immobile. Ripresa ancora più sfavillante: Zaniolo non vuole essere da meno al collega laziale e firma la personale doppietta. Poi Jorginho su rigore, Orsolini di testa e finalmente Federico Chiesa per un'Italia a nove code che chiude in bellezza. Esordio per il portiere Meret che nel finale ha preso il posto di Sirigu. E al fischio finale, c'è posto per un sogno: da quello svanito verso Russia 2018, a quello di Euro 2020, dove l'Italia arriva con tante certezze.