Quest’Olimpiade s’ha da fare: se il coronavirus minaccia lo sport mondiale

Il premier giapponese Abe: "Rinvio possibile". Ma alcune federazioni rischiano il fallimento. Tokyo insiste per un'alternativa in autunno.

I giapponesi accolgono la fiaccola olimpica a Sendai, in Giappone - Foto © AFP

È un rebus più che una soluzione quella avanzata dal Comitato Olimpico Internazionale 72 ore dopo aver preservato i Giochi Olimpici dalla pandemia di Covid-19. L’ultima parola è stata pronunciata dal premier giapponese Shinzo Abe che, per la prima volta, ha fatto allusioni a un possibile rinvio dell’evento, allineandosi alle dichiarazioni del numero 1 del Cio, Thomas Bach: “Le Olimpiadi di Tokyo potranno slittare in autunno […]. La precedenza alle vite umane”. Ma che la questione sia tutt’altro che appianata lo dimostrano le riunioni concitate del Comitato organizzatore, il governo di Tokyo e le federazioni infuocate. Ora si apre un periodo di quattro settimane per pensare a una data plausibile. Intanto, la fiaccola olimpica accesa ad Olimpia è già a Sendai, dove in 55mila giapponesi l’hanno accolta nonostante i divieti. Questa mattina gli ha fatto eco la governatrice Yuriko Koike in conferenza stampa: “Le nostre priorità sono la salute e sicurezza dei cittadini di Tokyo, fattori fondamentali per lo svolgimento delle Olimpiadi” ha detto.

Le date plausibili

Se è certo che prima del 21 agosto Tokyo non avvierà i Giochi Olimpici tanto agognati, è altrettanto certo che il Comitato non intende far slittare la macchina organizzativa al 2021. Un mese basterà per raggiungere il verdetto, suscettibile dell’andamento del contagio. Due le date possibili:

  • 9-25 ottobre: è una soluzione che metterebbe d’accordo federazioni, atleti e il governo nipponico. Ma anche l’ultima data disponibile per avere Giochi in condizioni ottimali.
  • 21 agosto-6 settembre: un periodo incerto, che però evita sovrapposizioni con il calendario internazionale. Tutto dipenderà dall’andamento del contagio.
Il logo dei Giochi Olimpici a Tokyo – Foto © Reuters

No al 2021

Su un probabile rinvio dei Giochi Olimpici al 2021 l’argine è molto alto. Senza girarci attorno, la benzina che alimenta la macchina delle Olimpiadi è quella economica. Spostare un sistema integrato composto da oltre 33 discipline, 10mila atleti 32 Paesi è molto complesso. Lo aveva ben capito l’ex presidente del Cio, Jacques Rogge, che all’indomani dell’attentato alle Torri Gemelle, chiese a Thierry Sprunger di trovare una soluzione-paracadute per salvare i Giochi in caso di rinvio. Per questo è stata attivata un’assicurazione che garantisce una copertura di 900 milioni di dollari. Ma tale copertura – come spiega il direttore finanziario del Cio Sprunger a Repubblica – non vale per il loro rinvio, bensì solo per l’annullamento.

Sport a rischio fallimento

Sprunger ipotizza un danno di tre miliardi di dollari se le Olimpiadi venissero rinviate. Un’emorragia economica che minerebbe irrimediabilmente lo sport a livello mondiale. Tra le 28 federazioni che costituiscono l’ossatura dei Giochi, almeno 18 dipendono dalle Olimpiadi. Un rinvio potrebbe portare al loro fallimento. Per capirci: in caso di rinvio al 2021, potrebbero soltanto sopravvivere calcio, tennis, basket e volley.  E poi che l’investimento del Giappone: 12 miliardi messi in campo dal governo per realizzare lo stadio progettato da Kengo Kuma e un villaggio olimpico di circa 15mila posti. Gli appartamenti sono stati già venduti a privati, ma rinviando le Olimpiadi slitterebbero i termini del contratto con gli acquirenti che prevedono la consegna delle case dopo 6 mesi dai Giochi. Per non parlare degli incassi. Insomma, la strada per Tokyo sembra tutta in salita.

Gli ex-atleti olimpici giapponesi, Saori Yoshida e Tadahiro Nomura, ricevono la fiaccola olimpica da Olimpia e accendono la torcia dei Giochi di Tokyo 2020 – Foto © Reuters