Francia e Danimarca, il pari fa felici tutti

Alla fine ha vinto il “biscotto”, quello che Francia e Danimarca avevano allontanato in sede di conferenza stampa, ma che si è materializzato in novanta minuti che più brutti non si potrebbero. In fondo la Danimarca ha preferito non rischiare, con l’incubo di una vittoria dell’Australia che avrebbe modificato gli assetti del girone. E poi i danesi sono facili ai biscotti e tanto che ci siamo, vale la pena ricordare quello del 2004, il pari con la Svezia all’ultima giornata (2-2) che fece fuori l’Italia del Trap nel girone eliminatorio. Al Luzhniki Stadium di Mosca va in scena uno spettacolo al limite del penoso, con i danesi che fanno finta di provarci ma senza mai picchiare duro nella sedici metri avversaria. Stessa cosa la Francia che pure ha cambiato molto tenendo a riposo Pogba, Mbappé, Lloris e Umtiti in panchina anche perché l’ex Juve, Tolisso e Matuidi sono diffidati e giustamente Deschamps, con la qualificazione in tasca, ha preferito non rischarli e averli abili e arruolati per gli ottavi, nei quali la Francia se la vedrà con Argentina o Nigeria, mentre i danesi affronteranno il temibilissimo ostacolo Croazia.

Zero emozioni

Match al piccolo trotto, qualche fiammata da dare in pasto a un pubblico che si scalda ma che lentamente capisce che non è aria per andare in paradiso e che il pari è segnato fin dall’ingresso in campo. Oltretutto nell’altra partita il Perù all’intervallo è avanti per 1-0 sull’Australia (gol di Carrillo) che basta ed avanza per far si che Francia e Danimarca continuino a non farsi male. Peggio per il pubblico presente (stadio esaurito in ogni ordine di posti) ma alla gente del mondiale va bene anche così. Perché quel che conta è l’apparire e non l’essere, quindi “io c’ero” e poco importa se il finale di Danimarca-Francia è già scritto. Palla che staziona prevalentemente a centrocampo, dove le due squadre, una volta a testa, danno vita al tormentone torello per poi provare improbabili imbucate che infiammano il convinto popolo di Mosca che pari era e pari sarà. Passerella senza farsi male, pensando agli ottavi, dove comincia il mondiale vero, dove non ci saranno più “biscotti” e chi è uomo si salvi.

Formalità

Musica che non cambia nella ripresa, mentre da casa cambia canale qualche utente che davanti al torello messo in atto da Francia e Danimarca prova a sbirciare Australia-Perù che ormai conta nulla ma almeno c’è più animosità e voglia di vincere da ambo le parti. E anche la convinzione che se dovesse scapparci un inatteso vantaggio, si apriranno le praterie dell’immenso per permettere all’avversario sfortunatamente colpito di sistemare le cose. Finisce senza squilli una partita accompagnata nell’ultima mezz’ora da fischi di chi (erano 78mila) non ha l’orecchino al naso e che ha pagato profumatamente per vedere una recita col copione già stampato. Ma a Francia e Danimarca, che avevano i tappi alle orecchie, è scivolato tutto sul corpo, senza colpo ferire. Saranno ottavi per entrambe, con la Francia attesa dalla seconda del gruppo D che conosceremo stasera, mentre la Danimarca se la vedrà con la tosta Croazia. Tornano a casa Australia e Perù. Nell’ultima giornata i peruviani si sono imposti per 2-0 (Carrillo e Guerrero) e tornano in Sud America a testa alta. Entrambe, felici di esserci state, e applaudite dalla loro gente.