Forza e talento, ecco le magnifiche quattro

Ancora otto giorni e poi conosceremo la squadra campione del mondo 2018. Alle semifinali, come nel 2006 in Germania, sono approdate quattro europee, che non significa bellezza del Vecchio Continente, quanto concretezza. In fondo è vero quando si dice che il mondiale non lo vince la squadra più forte, ma quella che nell’arco temporale di 35 giorni riesce ad esprimersi al massimo. E allora eccole le quattro elette: Francia-Belgio e Croazia-Inghilterra, un bel mix di gioventù, talento. Ci sarà da divertirsi.

Abito Bleus

La Francia non è una sorpresa perché si è presentata a questo appuntamento con all’occhiello l’etichetta di una delle grandi favorite anche se sotto, a livello di gerarchia, a big come Germania, Spagna e Brasile che partivano inevitabilmente in pole. La Francia ha resistito alle intemperie di un mondiale ammazzagrandi e lo ha fatto grazie alla saggezza di Didier Deschamps che ha saputo vestire con l’abito giusto i Blues. Un 4-2-3-1 con una difesa affidabile diretta da quel Varane cresciuto tantissimo in esperienza nel Real, con un Kantè immenso e tuttofare in mezzo e Pogba che garantisce, quando in giornata, tanta qualità. Davanti offre le cose migliori con Giroud che sembra vivere una seconda giovinezza e il duo Griezmann-Mbappé che si integra alla perfezione, con l’attaccante dell’Atletico che avendo arretrato il baricentro e partendo più da lontano, sa incidere in maniera sostanziosa, mentre è esploso il baby del Psg che prima ha “scippato” un gol a Giroud contro il Perù, poi ha letteralmente deciso la sfida contro l’Argentina grazie alle sue accelerazioni con le quali Deschamps spera di fare breccia nella retroguardia belga.

Diavoli rossi

E proprio il Belgio è l’avversario peggiore che potesse capitare alla Francia. Grande qualità in mezzo con De Bruyne, Witsel e Fellaini, altrettanto là davanti dove illumina un certo Eden Hazard capace da solo di capovolgere le partite, come lo è lo straripante Romelu Lukaku, un gigante che a dispetto della stazza vola sul campo a velocità impressionante e che può con i suoi strappi dare molto fastidio alla retroguardia francese. Una partita a scacchi, probabilmente giocata in mezzo, ma attenzione ai due attacchi, capaci con un solo colpo di biliardo di fare strike.

Tre Leoni e un'anima

Dall’altra parte c’è Croazia-Inghilterra con gli inglesi che la sono grande sorpresa di questo mondiale. Una nazionale che sta sognando a occhi aperti alla quale Southgate ha dato un corpo e un’anima sebbene abbia cambiato modulo tattico passando alla difesa a tre. Non è più l’Inghilterra della Golden Generation, quella dei Lampard e Terry, questo è un gruppo nuovo, giovane ma di qualità. Non una squadra entusiasmante ma solida con Delli Alli che è tornato a fare quello che è nelle sue corde, con Sterling che sembra finalmente rinato, con tanti giocatori di sostanza ma soprattutto lui, l’uragano di Londra, Harry Kane, capocannoniere de torneo, autentico trascinatore dei Tre Leoni che giocano da squadra secondo un canone predisposto dal tecnico. Non più sorpresa, oggi bellissima realtà, per un sogno di ritornare sul tetto del mondo.

Scacchiere di centrocampo

Affronta una Croazia che vanta il miglior centrocampo del mondiale, illuminato dalla saggezza e straordinaria qualità di Rakitic e Modric entrambi posizionati a protezione della difesa e con Kramaric trequartista. anche se finora hanno brillato a intermittenza, Mandzukic e Perisic sono comunque sempre pedine fondamentali come gli innesti di Kovacic e Brozovic. Vitalità e quantità. Anche questa sfida delicatissima, con i croati che rischiano, come già accaduto contro il Giapppone, la velocità inglese. A Modric il modo di addormentare la partita e indirizzarla su binari più consoni alla Croazia. Due belle sfide, difficili da pronosticare, soprattutto in questo mondiale rivelatosi il più incerto della storia. Ma proprio per questo da vivere intensamente.