Doping in Russia, Putin: “Alcuni casi accertati. Colpa nostra, ma nessun sistema statale”

“L’attuale sistema di contrasto al doping non ha funzionato, e questo è colpa nostra”: questo il commento del presidente russo, Vladimir Putin, in merito alle conseguenze di quanto emerso nel cosiddetto “rapporto McLaren”, a seguito del quale l’Organizzazione nazionale antidoping (Nado) ha richiesto di sospendere temporaneamente gli atleti russi dalle competizioni internazionali. Nel dossier in questione, erano stati evidenziati, nel dicembre scorso, un numero non inferiore a 1000 casi nei quali sportivi di nazionalità russa risultavano coinvolti in operazioni di illegale assunzione di farmaci proibiti. Una circostanza che, come specificato dallo stesso Putin, non implicherebbe l’esistenza di un programma predefinito a livello statale: “Voglio dirlo ancora una volta: non c’è mai stato e spero che non ci sarà mai alcun sistema statale per il doping. Al contrario, ci sarà solo la lotta contro il doping”.

Putin: “Nuovo sistema anti-doping”

Stando a quanto più volte riportato nei giorni scorsi dai media russi, peraltro, risulterebbe che la World anti-doping agency (Wada) non avrebbe riconosciuto all’interno del rapporto elementi sufficienti per provare l’effettiva colpevolezza dei russi in parte dei casi loro attribuiti. Del resto, il presidente stesso, parlando alle tv russe durante la sua visita nella città di Krasnojarsk (nella quale si svolgerà, nel 2019, la XXIX Universiade invernale) ha tenuto a sottolineare come sia necessario tener conto “del lavoro della Commissione indipendente e delle richieste della Wada. Dobbiamo riconoscere che abbiamo dei casi dimostrati di doping: in alcune circostanze il sistema di controllo non ha funzionato, e questo è assolutamente inaccettabile”. Per questo, come annunciato, sarà presto predisposto un nuovo “sistema anti-doping ferreo, efficiente ed efficace”.

Ma Putin è tornato anche sulla questione dei reclami che sarebbero giunti in merito alla presunta manomissione avvenuta su alcuni campioni di prova: “Noi non ne comprendiamo il significato, perché non c’erano state lamentele quando abbiamo presentato quei campioni per i test. In caso di contestazioni, queste avrebbero dovuto essere indicate nelle relative relazioni. Ma nulla di tutto ciò è accaduto. Quindi vuol dire che i campioni sono stati conservati da qualche parte e noi non possiamo essere ritenuti responsabili per lo stoccaggio”.