Doping al Giro d’Italia, sospesi due italiani alla vigilia della centesima edizione

A poche ore dall’inizio del Giro d’Italia, che quest’anno raggiunge la centesima edizione, l’ombra del doping si estende sui ciclisti italiani: i due corridori italiani, Stefano Pirazzi e Nicola Ruffoni, del team Bardiani-Csf, wild card al Giro in quanto vincitore della Coppa Italia, sono risultati non negativi ai controlli anti-doping. Uno choc inatteso, soprattutto dopo una giornata di festa per i preparativi dell’edizione del centenario che scatterà quest’oggi nel ricordo di Michele Scarponi. A informare i due atleti, in serata, l’Unione Ciclistica Internazionale dichiarandoli fuori competizione dopo le analisi sui test anti-doping effettuati tra il 25 ed il 26 aprile.

La sospensione

Automatica e immediata la sospensione dei due corridori, in attesa delle contro-analisi che dovranno confermare, o meno, la presenza della Ghrps, peptidi rilascianti l’ormone della crescita. In caso positivo la Bardiani, il team dei due atleti, ha già annunciato il loro immediato licenziamento. Il bresciano Ruffoni, 27 anni e professionista dal 2011, vincitore di due tappe al recente Giro di Croazia, e Pirazzi, originario di Fiuggi, 30 anni, professionista dal 2010 e vincitore di una tappa al Giro del 2014, hanno dovuto lasciare la squadra, che partirà oggi con solo sette componenti, tutti italiani. “Qualora le controanalisi confermassero la positività degli atleti, la società sportiva procederà al loro immediato licenziamento – informa la Bardiani – come previsto dal proprio regolamento interno, già sottoscritto da tutti i corridori del team, riservandosi la possibilità di ulteriori azioni al fine di tutelare la propria immagine e quella dei propri sponsor”.

I manager: “Siamo scioccati”

“Siamo assolutamente scioccati dalla notizia. Attendiamo i risultati degli accertamenti e ribadiamo con assoluta fermezza l’intenzione di salvaguardare i valori che il nostro progetto sportivo ha portato avanti in questi anni”, hanno dichiarato i manager del team con base in Emilia Romagna, Bruno e Roberto Reverberi. Anche la squadra è a rischio, perché le norme antidoping dell’Uci prevedono che con due atleti positivi, in meno di 12 mesi, la Commissione disciplinare può infliggere una sospensione da 15 a 45 giorni.