DJOKOVIC SBANCA MONTECARLO, BATTUTO BERDYCH IN TRE SET

Dopo le vittorie in Australia e nei primi 2 Masters 1000 della stagione (Indian Wells e Miami), il serbo Djokovic compie l’impresa: conquista anche Montecarlo, quarto Masters 1000 consecutivo per lui a partire dalla vittoria di Bercy dell’autunno scorso. Il numero uno al mondo non è al massimo della condizione fisica e soffre il gioco dell’avversario, ma nel momento decisivo viene fuori e si impone per 7-5, 4-6, 6-3.  Ora sono 23 i Masters vinti in carriera eguagliando Federer.

Tomas Berdych arrivava infatti da uno sconfortante 18-2 nei precedenti e in pochi accreditavano il ceco come tennista capace di disturbare il campione: infatti ieri uno dei migliori Berdych non è riuscito a vincere su un Djokovic non in giornata. Il serbo, non convincente al servizio e spesso non abbastanza profondo con il diritto si fa sorprendere in avvio. L’operazione recupero viene interrotta dalla pioggia che ha costretto l’arbitro di sedia a interrompere il match. Dopo la pausa Djokovic accusa un netto calo fisico di cui Berdych sa approfittare. Sul finale del primo set il ceco, però, non affonda subendo il ritorno dell’avversario che ha chiuso su 7-5. Nel secondo set il numero uno al mondo si risveglia e in un attimo si porta sul 4-0 con doppio break a favore. Sembra fatta e invece Djokovic si fa recuperare. Il terzo set è più semplice ma Djokovic sembra lontano dalla forma migliore.

Niente da fare a Montecarlo per Fabio Fognini e Simone Bolelli contro la coppia numero 1 del tennis mondiale. Nella finale del doppio, il 27enne ligure e il 29enne emiliano sono stati sconfitti per 7-6 (3) 6-1, in un’ora e 8′, dai gemelli statunitensi Bob e Mike Bryan.  Il duo azzurro non è riuscito a ripetersi come a gennaio quando trionfarono agli Australian Open,  primi per il nostro paese a vincere un torneo Slam dopo Pietrangeli e Sirola nel 1959 al Roland Garros . A marzo invece hanno raggiunto la finale a Indian Wells ma hanno avuto la meglio il canadese Vasek Pospisil e dallo statunitense Jack Sock.