Conte all'Inter, via al valzer delle panchine

Probabilmente quella milanese sarà la sfida delle sfide per Antonio Conte. Accoglienza in bello stile, un “welcome” a campeggiare sul sito interista (dove l'ufficialità è stata data prima dell'alba), stretta di mano con Steven Zhang e subito la parola d'ordine, all'unisono: “Riportare l'Inter dove merita”. Messaggio implicito a staff e tifosi: Inter uguale anti-Juve, magari già a partire dalla prossima stagione. D'altronde, con un investimento importante come quello effettuato dalla società è il minimo che tutti si aspettano anche se, a ben vedere, fra le due tifoserie resta un filo rosso che, per una volta, porta la rivalità a trovare qualcosa in comune: agli juventini, com'è normale, il passaggio di Conte in nerazzurro non è andato giù, tanto da gridare addirittura alla rimozione della sua stella nella Walk of Fame bianconera all'interno dello Stadium. Di rimando, alla curva interista la figura del tecnico ispira sentimenti contrastanti: nome importante, per carità, grandi obiettivi e nomi da grandissima squadra in orbita mercato… Ma anche un passato a Torino che, come fatto chiaramente capire, non sarà dimenticato facilmente. Tutto, in qualche modo, sembra legato agli obiettivi che Conte riuscirà a raggiungere. Normale anche questo, forse.

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Verso i vertici

La dirigenza cinese della società meneghina ne è convinta: Conte “ci aiuterà a raggiungere il nostro obiettivo, a realizzare la nostra missione che è sempre la stessa: riportare questo club tra i migliori al mondo”. Al termine di un'annata trascorsa da corteggiato speciale praticamente da tutta Europa, il matrimonio fra Conte e l'Inter non è mai sembrato essere davvero in discussione, con l'unico cavillo legato all'attesa di finire la stagione, per capire se i nerazzurri avessero o meno offerto al tecnico la prospettiva di competere in Champions e procedere con un mercato adeguato al rango della principale competizione europea, alla quale l'Inter vuole riaffacciarsi con l'ambizione di far bene da subito, di sicuro meglio di quest'anno. Inutile dire che già a partire da qualche ora fa, quando di fatto mancava solo l'annuncio, lo scenario di un'Inter con Conte in panchina aveva scatenato tutti i books per capire quale squadra, tra rinnovi e nuovi acquisti, sarebbe stata quella a disposizione, dagli obiettivi Edin Dzeko a Nicolò Barella al sogno di portare alla corte del tecnico leccese anche Federico Chiesa.

Il totopanchine

Fatta per Conte, la giornata sul fronte panchine resta estremamente calda: per capire il futuro della guida tecnica della Juve, tutto sembra dipendere dall'esito dell'incontro tra Maurizio Sarri e Marina Granovskaia, donna forte del Chelsea e collaboratrice del patron Abramovich, con il sentore che il tecnico possa liberarsi con circa 6-7 milioni. Più definito il futuro del Milan, con la dirigenza che ha ridotto a due la rosa dei candidati a prendere il posto di Rino Gattuso: Marco Giampaolo, accostato anche alla Roma ma ancora legato alla Sampdoria, e soprattutto Simone Inzaghi, che pare abbia posticipato un viaggio negli States per attendere la chiamata da Milanello. In caso fosse proprio il tecnico biancoceleste la scelta dei rossoneri, si aprirebbe il casting per rimpiazzarlo alla guida della Lazio (De Zerbi, Semplici e Mihajlovic i nomi circolati finora, quantomeno a scopo precauzionale). Restando nella Capitale, il caos che regna a Trigoria sembra indirizzato, almeno in parte, a essere placato dall'individuazione del tecnico dal quale ripartire dopo i “no” di Conte e Gasperini: il nome forte per la Roma, ora come ora, sarebbe quello di Paulo Fonseca, allenatore portoghese dello Shakhtar tri-campione d'Ucraina. Un nome che, al netto dei successi con i Kroty, suona più come una scommessa che come una garanzia.