Cassano, nuovo colpo di scena: “Non lascio il calcio, voglio giocare”

Nuovo colpo di scena nella vicenda Cassano. Il fantasista di Bari vecchia ci ha ripensato, per l’ennesima volta: continuerà a giocare a calcio. Di certo c’è da escludere il ritorno all’Hellas Verona, in virtù della risoluzione consensuale avvenuta nella giornata di ieri, e soprattutto, a causa dei rapporti ormai incrinati con la società veneta. In questi giorni, FantAntonio ha riflettuto sul suo futuro, arrivando alla seguente conclusione: non è il momento di dire addio al calcio. Il ritorno in campo, tuttavia, dipende da diversi fattori, tra cui il contesto in cui si troverebbe. L’ex giallorosso potrebbe valutare l’ipotesi della Virtus Entella, che lo corteggia da diverse stagioni e che gli permetterebbe di essere vicino alla sua famiglia, con la quale vive a Genova. Vista la separazione appena avvenuta con il suo ultimo agente, Tullio Tinti, per il momento sarà lui direttamente a valutare eventuali offerte che gli giungeranno,.

La risoluzione e le penali

Come riporta SkySport, su una possibile nuova esperienza sarà da considerare anche l’aspetto economico, dal momento che Cassano dovrà corrispondere una penale al Verona in caso di stipulazione di un nuovo contratto. Questa clausola, pattuita in occasione della risoluzione, stabilisce che se tornasse a giocare in Serie A dovrà versare 200 mila euro al club, 50 mila se si accasasse in Serie B. Intanto curiosità e attesa crescono, per capire quale sarà la prossima avventura di Antonio Cassano.

Una vita da fantasista

Cresciuto nel Bari, dopo la sua esplosione nel capoluogo pugliese viene riconosciuto da alcuni come l’erede di Roberto Baggio. Nel 2001, a 19 anni, si trasferisce alla Roma, con cui vince la Supercoppa italiana 2001 e disputa, nella stagione 2003-2004, l’annata più prolifica della sua carriera: 18 gol in 39 presenze, 14 solo in campionato. A 23 anni, nel gennaio 2006, passa al Real Madrid: nonostante la grande opportunità di giocare con i Blancos, il barese si presenta in Spagna completamente fuori forma, tanto da guadagnarsi il soprannome di El Gordito (“il grassottello”, sulla falsariga del nomignolo El Gordo, attribuito al compagno di squadra Ronaldo). In una stagione e mezza non riesce più a ritornare in condizione, segnando appena 4 reti in 29 incontri e vincendo la Liga 2007 da comprimario. Tornato in Italia, veste la maglia della Sampdoria: a Genova trascorre i suoi anni migliori, dispensando 42 assist e segnando 41 reti in 115 sfide tra campionato, Coppa Italia, Coppa Uefa/Europa League e Champions League. Alla Samp forma un’ottima coppia offensiva con l’attaccante Giampaolo Pazzini, tanto che i due sono paragonati ai «gemelli del gol» degli anni novanta, Roberto Mancini e Gianluca Vialli. Al termine della stagione 2009-2010, Cassano e Pazzini contribuiscono in modo decisivo a riportare la Sampdoria in Champions League dopo diversi anni. Negli anni seguenti, Cassano vive momenti altalenanti vestendo le maglie prima del Milan – dove vince lo scudetto 2011 e un’altra Supercoppa italiana – poi dell’Inter, dimostrando sempre ottime qualità da assist-man. In seguito gioca anche col Parma, dove ritorna a esprimere un buon gioco, quindi, svincolatosi a gennaio 2015 dal Parma che non gli pagava lo stipendio da sei mesi, dopo qualche mese da svincolato, fa il suo ritorno alla Sampdoria. Esordisce nella Nazionale italiana nel 2003, con la quale partecipa a tre Europei (2004, 2008 e 2012) e al Mondiale 2014. È il miglior marcatore dell’Italia al campionato europeo (3 gol complessivi, a pari merito con Mario Balotelli). Nel corso della sua carriera, Cassano ha avuto diversi soprannomi: “Peter Pan” da giovane, “Il Pibe di Bari Vecchia” ai tempi della Roma, il già citato “El Gordito” dopo il suo passaggio al Real Madrid e “Fantantonio” con la maglia della Sampdoria.

“Cassanate”

Cassano non si è contraddistinto solamente per le sue capacità tecniche e sportive, ma talvolta anche per il suo comportamento sopra le righe, estroverso sino ad arrivare agli eccessi e all’indisciplina, nonché per il carattere a volte particolarmente esuberante. Tali atteggiamenti sono stati definiti “cassanate”, termine coniato da Fabio Capello e poi entrato nel gergo comune del giornalismo sportivo. Una delle prime avvenne nel 2001, quando il tecnico Claudio Gentile lo lasciò in panchina per tutta la durata dell’incontro Under-21 Italia-Romania: il giorno successivo Cassano abbandonò il ritiro della squadra. Trasferitosi alla Roma, si rese protagonista di una serie di insulti all’arbitro Roberto Rosetti, a cui rivolse anche il gesto delle corna, dopo l’espulsione ricevuta nel corso della finale di Coppa Italia 2002-2003. Nel 2006, al Real Madrid, fu inquadrato da una emittente televisiva spagnola durante una sua imitazione, a mo’ di presa in giro, del proprio allenatore Fabio Capello: da quel giorno cessò di giocare con continuità. Nel 2008, dopo essere stato espulso per proteste dall’arbitro, Nicola Pierpaoli, all’87º minuto della partita Sampdoria-Torino, Cassano rivolse minacce allo stesso arbitro, a cui lanciò contro anche la propria maglietta di gioco. Questo episodio gli costò 5 giornate di squalifica con diffida e una multa di 15 000 euro. Durante la stagione successiva litigò sia con il proprio allenatore Luigi Delneri (che lo escluse dalla rosa per sei partite), sia con il presidente della Sampdoria Riccardo Garrone. Proprio quest’ultimo diverbio gli costò l’essere messo fuori rosa ed il dimezzamento dello stipendio. Per la gravità dell’accaduto, lo stesso Garrone dichiarò che il giocatore non avrebbe più indossato la maglia della Sampdoria; Cassano venne ceduto dopo poco tempo al Milan. Nel luglio 2012 è stato sanzionato dalla Uefa con una multa di 15 000 euro, per aver rilasciato “dichiarazioni discriminatorie alla stampa” (in violazione dell’articolo 11 bis del Regolamento disciplinare Uefa) nei confronti di eventuali giocatori omosessuali presenti in rosa. L’8 maggio 2016, alla fine del derby di Genova perso per 3 a 0, ha una discussione accesa con l’avvocato Antonio Romei, braccio destro del presidente blucerchiato Massimo Ferrero, che porta all’invio da parte della società di una lettera di licenziamento che viene però poco dopo stracciata da parte della stessa. Nell’estate dello stesso anno, la Samp propone a Cassano la risoluzione anticipata del rapporto di lavoro, ma Cassano si oppone preferendo restare a Genova, anche se fuori rosa, piuttosto che trasferirsi in altri club. E ora anche il suo addio, fatto di ripensamenti, sembra essere una “cassanata” in piena regola.