Calgary si chiama fuori

Si spiana improvvisamente la strada di Milano e Cortina verso l'organizzazione delle Olimpiadi invernali 2020. A chiamarsi fuori dalla corsa, infatti, è stata una delle possibili candidate più plausibili per l'allestimento di stadi, village e scenografie come Calgary, città canadese che ha interpellato i propri cittadini con un referendum per sapere se fossero o meno disposti ad adoperarsi per rendere la città pronta a ospitare i Giochi. Niente di tutto questo, Calgary ha detto no come avevano fatto prima di lei anche Innsbruck e Sion, restringendo notevolmente il parco dei candidati non solo nel numero, considerando che le città canadesi sono state piuttosto gettonate negli ultimi trent'anni per le Olimpiadi invernali (Vancouver 2010 e la stessa Calgary nel 1988).

Calgary (quasi) fuori

Con il 56,4% dei no (corrispondenti a 171.750 votanti) i cittadini hanno bocciato la proposta del Comitato di inserire Calgary fra le papabili (la percentuale dei sì è rimasta al 39,73%). Una candidatura che, in realtà, non aveva visto grossi consensi nemmeno in precedenza, visti i risultati del consiglio comunale indetto in merito alle Olimpiadi, concluso con 8 voti contrari da parte dei consiglieri (sfiorando la possibilità di non indire nemmeno il referendum), ma anche i vari rinvii e ritardi organizzativi riscontrati in fase di stesura del dossier. Il risultato è che, senza Calgary, l'edizione 2026 dei Giochi invernali sarà una corsa a due fra Milano-Cortina e Stoccolma, con il binomio italiano che appare leggermente avanti in quanto in Svezia la situazione generale sembra tutt'altro che favorevole all'organizzazione delle Olimpiadi, con i contrari che appaiono addirittura in maggior numero rispetto ai sì.

Zaia: “Non abbassiamo la guardia”

L'unica vera e propria candidatura, dunque, sembra proprio essere quella di Milano-Cortina, pronte a illustrare il dossier olimpico a Tokyo per poi attendere il verdetto del Cio di Buenos Aires. E, mentre il sindaco di Calgary Naheed Nenshi si dice deluso dal risultato sostenendo che la votazione popolare indica “una chiara direzione su dove andare”, il governatore del Veneto Luca Zaia ha invitato alla prudenza: “A maggior ragione di fronte a questa notizia dobbiamo lavorare, progettare, fare squadra come se avessimo mille competitor. Guai abbassare la guardia. A questo punto dobbiamo sostenere la candidatura Milano-Cortina con ancora più tensione e determinazione di prima”.