Astori: un uomo, un Capitano

Profondamente sconvolta” la Fiorentina ha annunciato la scomparsa di Davide Astori, classe 1987, difensore e capitano della Viola. Un fulmine a ciel sereno non solo per la squadra del capoluogo toscano, ma per tutto il mondo del calcio. Tifosi, calciatori, allenatori e dirigenti si sono stretti attorno alla famiglia del calciatore bergamasco che aveva disputato anche 14 gare in Nazionale. In segno di lutto si fermano la Serie A e B: rinviate, a data da destinarsi, tutte le partite previste per oggi e domani. Sui campi da gioco scende il silenzio; perché quando un Capitano, sul campo e nella vita, vola via a 31 anni per un arresto cardiocircolatorio le parole non servono a nulla.

La scomparsa

Ad accorgersi della morte di Astori sono stati i compagni di squadra e i tecnici della società. Non vedendo il giocatore presentarsi alla colazione all'orario stabilito, dopo aver atteso ancora qualche minuto, sono andati a cercarlo in stanza, dove era solo. Qui lo hanno trovato senza vita, ancora nel letto. L'ultima persona a incontrare Astori è stato il portiere della Fiorentina, Marco Sportiello, intorno alle 23:30. Subito dopo il rinvenimento, i dirigenti della società hanno telefonato ai genitori del giocatore, a Bergamo, per avvertirli della tragedia. Nello stesso istante hanno anche avvertito la compagna, che si trovava a Firenze e dalla quale Astori, due anni fa, aveva avuto una bimba. I familiari hanno raggiunto Udine, dove la Fiorentina si trovava in attesa della sfida di campionato contro la formazione friulana. “L'idea è che il giocatore sia deceduto per un arresto cardiocircolatorio per cause naturali – ha detto il Procuratore capo di Udine, Antonio De Nicolo – anche se è strano che succeda una cosa del genere a un professionista così monitorato senza segni premonitori”. Infatti, il Capitano della Viola non sembra che avesse alcun problema di salute.

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Serie A in lutto

Dalla Roma alla Juventus, dall'Inter al Napoli passando per Milan e Cagliari: tutta la Serie A piange uno dei suoi campioni. “La Roma si unisce al dolore del mondo del calcio per la scomparsa di Davide Astori”, ha scritto la società giallorossa su Twitter, mentre per la Juventus “oggi non esistono colori ma soltanto un profondo dolore”; il Napoli è sconvolto “dalla tremenda notizia”, l'Inter partecipa “con commozione” al dolore della famiglia e il Milan parla di “un ragazzo innamorato del calcio e della vita, cresciuto con noi”. 

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Della Valle: “Addio vero capitano” 

Sono sconvolto, non riesco ancora a crederci, Davide era un vero capitano, una grande persona, è stato un onore averlo avuto questi 4 anni con noi, non lo dimenticheremo. Lunedì avrebbe dovuto firmare il nuovo contratto che lo avrebbe legato a vita a Firenze e alla Fiorentina. Ora dobbiamo ripartire, sarà dura, stateci tutti vicino“. Visibilmente commosso, il presidente onorario Della Valle ha raccontato ai giornalisti accorsi al centro sportivo di Firenze i progetti che la società viola aveva in cantiere per il suo Capitano. Poi ha aggiunto: “Il nostro pensiero va alla famiglia, alla compagna, alla figlioletta. Davide ha vissuto quattro grandi anni con noi. E' stato entusiasta, la scorsa estate di abbracciare il nuovo progetto con tanti giovani“. Ha poi raccontato un aneddoto: “La sera prima di Bologna-Fiorentina sono andato a trovare la squadra. Ho parlato una mezz'oretta con lui del team. Sembrava lui il direttore sportivo. Era davvero un grande capitano”. Infine, ha rivolto un pensiero a Firenze: “La città adesso ci stia vicino. La squadra adesso deve reagire, lo dobbiamo a Davide e alla sua famiglia. Lo choc di tutti noi era forte per un ragazzo che aveva qualità umane oltre che tecniche. Ci mancherà molto. E' facile dirlo di chi non c'è più, ma lui aveva veramente qualcosa di speciale“. 

Il ricordo di Lotti e di Malagò

La scomparsa improvvisa di Davide Astori, capitano della Fiorentina e difensore della Nazionale azzurra, è un grande dolore. Perdiamo un atleta e un uomo straordinario. Un abbraccio alla sua famiglia e alla Fiorentina”; lo ha scritto su Twitter il Ministro dello Sport, Luca Lotti. “Non penso che nella vita valga il detto, utilizzato soprattutto oltreoceano, che 'the show must go on'. Non li critico, sono opinioni, ma non penso che questo debba valere – ha detto il presidente del Coni e commissario della Lega A, Giovanni Malagò, nel corso di una conferenza stampa convocata dopo la morte di Astori -. Il calcio è professionismo, è lo sport più popolare, ma è anche dare segnali in certi momenti”.

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Dal Cagliari alla Nazionale

Il difensore centrale mancino della Fiorentina ha iniziato a giocare nel Ponte San Pietro, una squadra satellite del Milan. Venne integrato nella Primavera rossonera fino alla stagione 2005-2006. Nella stagione successiva venne ceduto in prestito al Pizzighettone in Serie C1, dove scese in campo 27 volte segnando la sua prima rete tra i professionisti. Tornato al Milan, nella stagione 2007-2008 è passato in prestito alla Cremonese in Serie C1. Tra campionato e play-off collezionò 33 presenze. Nell'estate del 2008 venne acquistato in comproprietà dal Cagliari. Esordì in Serie A con la famiglia del capoluogo sardo il 14 settembre del 2008, a 21 anni, contro il Siena. Il 30 novembre 2008 la prima partita da titolare in Serie A: vittoria per 1-0 del Cagliari contro la Samp. Nella sua prima stagione in Sardegna ha collezionato 10 presenze. Nell'estate del 2009 venne rinnovata la comproprietà con il Milan e Astori, complice l'addio di Diego López, divenne titolare della formazione cagliaritana. Segnò il suo primo gol nella massima serie contro la Fiorentina. Nel giugno del 2010 venne rinnovata la compartecipazione tra Cagliari e Milan e nell'estate successiva il Cagliari dichiarò di aver riscattato l'altra metà del cartellino dalla società rossonera. Nella stagione 2011-2012 ha giocato le prime giornate di campionato da titolare, prima di subire la frattura del perone. Il 23 luglio 2014 rinnovò con la squadra sarda per tre anni, firmando un contratto fino al 2017. Nel luglio del 2014 passò in prestito alla Roma, per 2 milioni di euro; l'accordo prevedeva il diritto di riscatto, in favore della Roma, per l'acquisizione a titolo definitivo, a decorrere dalla stagione sportiva 2015-2016. Il 30 agosto esordì in maglia giallorossa contro la Fiorentina e il 19 settembre debuttò in Champions League, durante il match giocato dalla società capitolina contro il CSKA Mosca. Il 6 gennaio 2015 segnò il suo primo gol in giallorosso, rete che permise alla Roma di vincere per 1 a 0 sul campo dell'Udinese. Nella Città Eterna ha totalizzato 29 presenze. Dopo essere rientrato dal prestito dalla Roma, il 4 agosto 2015 venne ufficializzato il suo passaggio alla Fiorentina. Con i viola firmò un contratto quadriennale. Esordì al Franchi il 23 agosto contro Milan, entrando al 59' al posto di Facundo Roncaglia. Fin da subito si impose come titolare della formazione toscana. A fine stagione venne riscattato per 5 milioni dal Cagliari. Il 26 ottobre 2016 segnò il suo primo gol in maglia viola nella partita di campionato Crotone-Fiorentina. Nella stagione 2017-2018, in seguito all'addio di Gonzalo Javier Rodríguez, venne nominato capitano. Ha indossato la maglia azzurra nel 2010, quando venne convocato per la prima volta nella nazionale maggiore dal neo ct Cesare Prandelli per l'amichevole contro la Costa d'Avorio. Il suo esordio avvenne il 29 marzo 2011, a 24 anni, nell'amichevole Ucraina-Italia, dove venne espulso nel secondo tempo per doppia ammonizione. Il 6 giugno del 2012 si aggregò al ritiro della Nazionale in via precauzionale come 24mo uomo, in attesa degli esami a cui si era sottoposto Andrea Barzagli e, nel caso, pronto a sostituirlo per la spedizione agli Europei 2012; l'8 giugno Barzagli venne confermato in rosa e Astori lasciò il ritiro. Il 3 giugno 2013 Prandelli incluse il suo nome nella lista dei 23 giocatori che parteciperanno alla Confederations Cup 2013, in Brasile. Segnò il suo primo gol in Nazionale il 30 giugno 2013 durante la competizione in Brasile, nella finale per il terzo posto giocata contro l'Uruguay.

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Lutto cittadino

Il sindaco di Firenze, Dario Nardella, ha annunciato che nel giorno delle esequie del capitano della Fiorentina Davide Astori verrà proclamato il lutto cittadino. “La notizia della scomparsa prematura di Davide Astori – ha dichiarato Nardella in una nota – ha sconvolto il mondo del calcio e addolorato tutta Firenze, città che lui aveva scelto per la sua professione e per la sua vita familiare. Il ruolo di capitano della squadra della città, il profondo legame che ha saputo costruire non solo con i tifosi ma con l'intera comunità grazie anche alle indubbie qualità umane e ai valori civici in cui ha dimostrato di credere, la condotta esemplare di professionista attaccato ai più autentici valori della maglia viola, della Nazionale italiana nella quale ha giocato e del mondo dello sport in generale e, non ultima, la giovane età nella quale è stato colto da una morte tragica e improvvisa, sono alla base del sentimento collettivo di cordoglio di tutta Firenze. Certo di interpretare questo sentimento genuino e profondo, il sindaco proclama il lutto cittadino per il giorno dei funerali di Davide Astori, esempio di uomo, prima ancora che di calciatore“. “Il Comune – ha concluso Nardella – è pronto a promuovere o a sostenere, in accordo con la famiglia e la Fiorentina, ogni altra forma di ricordo di Davide, per valorizzare, attraverso la sua figura, l'immagine pulita, corretta e umana del calcio e dello sport in generale“.

Un capitano

Il pensiero del sindaco di Firenze rispecchia senza dubbio quello dell'intero mondo dello sport, lo stesso mondo che Davide aveva attraversato in tutta la sua difficile salita, dalle serie minori fino alla maglia azzurra, raggiunta durante la sua militanza a Cagliari e indossata sempre con il medesimo orgoglio. Astori era nato capitano e da capitano ha vissuto: dalle terre di Sardegna ai fasti di Firenze, riuscendo a lasciare un ricordo indelebile anche fra i tifosi giallorossi, che pure lo videro indossare la loro maglia per una sola stagione. Quella rete marcata proprio a Udine, l'unica della sua avventura romanista, riuscì a regalare ai capitolini un -1 dalla Juventus che, in quel momento, alimentò il sogno scudetto, quello che Davide lo aveva cullato assieme ai suoi compagni, per tutta quella combattuta stagione. Alla corte dei Viola aveva trovato il suo mondo, raccolto la difficile investitura della leadership. Ma lui era fatto così: un uomo, un capitano.