Spiritualità

Santa Giovannna della Croce Delanoue: la vita e la spiritualità

Santa Giovannna della Croce Delanoue, Fondatrice delle suore di Sant’Anna della Provvidenza, Saumur (Francia) 18-06-1666 – Saumur 17-08-1736. Giovanna Delanoue è l’ultima di dodici figli. I genitori hanno una modesta merceria che Giovanna, alla morte della mamma, gestice con abilità e profitto. Vicino a Saumur si erge il famoso cantuario di Notre-Dame-des-Ardillers, molto frequentato da pellegrini.

Avvenimenti

  • Inizia una vita di grande carità verso i più poveri, che va a cercare nelle stalle scavate nella terra (dove vivono come animali): porta loro alimenti e vestiti.
  • Nel 1700 accoglie un bambino orfano e poi malati, anziani e abbandonati.
  • Nel 1704 fonda, insieme ad altre compagne, la congregazione delle Suore di Sant’Anna della Provvidenza, che viene approvata nel 1709 dal vescovo di Angers, Poncet.
  • Alla sua morte lascia dodici comunità di suore, vari ospizi e diverse scuole.

Aneddoti

  • All’età di 27 anni riceve da una pellegrina di nome Francesca Souchet, da taluni considerata un’anima favorita dalla grazia divina, l’invito a dedicare la sua vita ai poveri dei dintorni.
  • Il 22 maggio 1963, mentre si trova da sola nella bottega e si domanda quali disegni abbia Dio su di lei, ha un’estasi di tre giorni e tre notti in cui contempla la Madonna, l’angelo custode e l’Inferno, e dove comprende che la sua missione è la totale donazione ai poveri e ai malati; una voce le dice: “Se sarai molto fedele nel soccorrere ai poveri avrai in cambio una sovrabbondanza di grazia”.
  • Molte volte nel ricevere la Comunione ha il dono di contemplare Gesù sotto forma di un bambino e in seguito come un crocifisso.

Spiritualità

Sa mirabilmente coniugare una vita di intensa preghiera e unione con Dio a una carità senza limiti. Si sottopone ad austere penitenze, come dormire solo tre ore per notte sopra una sedia e mangiare solo a cena, nutrendosi spesso con una zuppa. Nonostante la pressione gianseinista segue la dottrina della Chiesa, soprattutto per quanto riguarda la necessità di accostarsi ai sacramenti.

Morte

Per molto tempo sopporta forti mal di denti e intensi dolori reumatici. Una febbre violenta annuncia la sua prossima fine. Raccomanda alle sue suore di aiutare i poveri, se vogliono che il Signore continui ad assisterle. Si addormenta serenamente nel sonno dei giusti. Appena annunciata la sua morte, viene esclamato da tutti: “E’ morta la nostra santa!”. Le sue reliquie sono venerate a Samour, nella cappella della casa madre. Viene canonizzata nel 1982.

Tratto dal libro “I santi del giorno ci insegnano a vivere e a morire” di Luigi Luzi

Luigi Luzi

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