Santa Chiara d’Assisi, grande testimone dell’amore per Gesù

“Ama con tutta te stessa Colui che tutto si è donato per amore tuo”. È la testimonianza del grande amore di Chiara per Gesù, come lei stessa scrive in una lettera all’amica Agnese di Praga. Santa Chiara nasce ad Assisi nel 1194 dal conte Favarone di Offreduccio degli Scifi e da Ortolana Fiumi, appartenenti a una ricca e nobile famiglia. La madre è una donna di grande fede e molto emancipata per quel tempo: nonostante gli impegni familiari, più volte si mette in viaggio per visitare Roma e altri santuari, come San Giacomo di Compostela e Gerusalemme.

Chiara è ancora bambina che in città scoppia una guerra civile tra i nobili e la nascente borghesia. Per questo motivo è costretta a rifugiarsi con la sua famiglia a Perugia dove rimane fino alla giovinezza. Sono giunti fino a noi anche dei piccoli dettagli sul suo aspetto fisico. Infatti, un certo messer Ranieri De Bernardo, che conosce Chiara ancora ragazza frequentando gli Offreduccio, riferisce che “era bella de faccia”.

Tornata ad Assisi, con il desiderio di appartenere solo a Cristo e attratta dall’esempio di San Francesco, la notte della domenica delle Palme del 1211 abbandona la casa paterna e, alla Porziuncola, abbraccia la forma di vita evangelica sulle orme del Signore.

Lo stesso Poverello di Assisi le taglia i capelli, le fa indossare un saio di lana grezza e le trova riparo nel monastero benedettino di San Paolo a Bastia Umbra. Il padre tenterà invano di convincerla a tornare a casa. La luce della Santa attira altre donne, tra cui la madre e le sorelle; presto saranno una cinquantina. Francesco le chiama “Povere dame” o “Povere recluse” e dispone per loro il piccolo monastero di San Damiano, che ha appena restaurato.

“Lo stesso Signore, che ci ha donato un buon inizio, ci doni ancora di crescere nel bene e di perseverarvi fino alla fine”, afferma Santa Chiara vivendo immersa nel Vangelo. Tra lei e San Francesco c’è piena comunione. “L’amicizia tra questi due santi – spiega Benedetto XVI nel 2010 – costituisce un aspetto molto bello e importante. Infatti, quando due anime pure ed infiammate dallo stesso amore per Dio si incontrano, esse traggono dalla reciproca amicizia uno stimolo fortissimo per percorrere la via della perfezione”.

Dal continuo dialogo col Padre Celeste, Chiara attinge una gioia profonda che si irradia attorno a lei. Anche se la sua esistenza è segnata da fatiche e prove, le sue lettere ci testimoniano un’inesauribile e profonda letizia: “Sono ripiena di gioia e respiro di esultanza nel Signore…”. Forte e determinata, è la prima donna a scrivere una Regola e a ottenere l’approvazione da parte di Gregorio IX, suggellata poi dalla bolla di Innocenzo IV nel 1253, del “privilegio della povertà” e dell’ardente desiderio di “osservare il Vangelo”.

Nonostante sia tormentata dalla malattia negli ultimi 30 anni della sua vita, non perde mai fiducia in Dio e nel prossimo: “Niente è tanto grande – scrive – quanto il cuore dell’uomo, lì nell’intimo abita Dio”. Instancabile adoratrice dell’Eucaristia, con in mano la pisside, provoca la fuga dei saraceni che vogliono invadere il suo convento e Assisi.

Dalla finestra del monastero traccia sugli infedeli un gran segno di croce dicendo: “Ecco, o mio Signore, vuoi tu forse consegnare nelle mani dei pagani le inermi tue serve, che ho allevato per il tuo amore? Proteggi, ti prego, Signore, queste tue serve, che io ora, da me sola, non posso salvare”.

In una notte di Natale, assorta in preghiera, contempla sulle pareti della sua cella i riti che in quel momento si svolgono nella Porziuncola, cuore pulsante della comunità dei frati. Per tale ragione Pio XII la nomina protettrice della televisione. Muore l’11 agosto 1253 sul nudo pavimento di San Damiano. Prima di spirare benedice le suore che le sono accanto con queste parole: “Siate sempre amanti di Dio, delle vostre anime e di tutte le vostre Sorelle, e siate sempre sollecite di osservare quanto avete promesso al Signore. Il Signore sia con voi sempre, e ora voi siate sempre con Lui. Amen”. Ai funerali partecipa una quantità di popolo mai vista e solo due anni dopo è proclamata santa da Alessandro IV.